Fiumicino, affonda peschereccio: paura al porto-canale

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di Umberto Serenelli

Nel porto-canale di Fiumicino affonda un'altra imbarcazione. Si tratta del "Diana", natante della piccola pesca di circa 8 metri, che è finita a picco la scorsa notte mentre si trovava all'ormeggio lungo via Torre Clementina, davanti a palazzo Noccioli. Gli armatori delle unità navali, attraccate a ridosso del ponte 2 giugno, hanno avvertito il proprietario e la Capitaneria di porto che si è precipitata sul posto con il gommone della Guardia costiera. Contemporaneamente è scattata l'operazione antinquinamento con l'intervento degli speciali mezzi dell'Ecolroma i cui addetti hanno steso delle "panne" attorno allo scafo sommerso per assorbire la fuoriuscita di liquidi dalla barca come gasolio o olio del motore.

I SOCCORSI

Nelle prime ore del pomeriggio sul posto, che si è trasformato in un luogo di pellegrinaggio per curiosi, attiva la società MTM Service, abilitata a questo tipo di recuperi, con il pontone "Squalo". I sommozzatori si sono immersi e imbracato lo scafo dell'imbarcazione, con fasce larghe 40 centimetri e lunghe 20 metri, collegato poi alla gru della chiatta che solleva oltre 6 tonnellate. «Un intervento complesso, eseguito da tre sommozzatori, a causa del fondale purtroppo eccessivamente torbido dice Pierluigi Caponetto, responsabile dello staff che opera sullo "Squalo" completato poi il lavoro dei sub è stato possibile sollevare la barca, il cui peso non supera le 3 tonnellate, in step». Una volta raggiunto il galleggiamento gli operatori hanno attivato due pompe attraverso le quali aspirata l'acqua finita nella stiva fino a svuotare completamente l'interno del natante. A quel punto è stato possibile verificare la causa dell'affondamento provocato dalla rottura del tubo di scarico da cui esce sia l'acqua di raffreddamento che i fumi del motore. «Abbiamo effettuato una riparazione tampone aggiunge Caponetto per consentire al Diana di raggiungere il cantiere dove eseguire tutte quelle operazioni per tornare di nuovo alle sue attività in mare». È senz'altro un periodo negativo per le flotte della grande e piccola pesca di Fiumicino. Nel giro di circa 8 mesi è la quarta imbarcazione che finisce sul fondale della Fossa Traianea anche se per motivi completamente diversi. Il Sarago e il Diana appartengono alla piccola pesca, il Maria e il Ciclone sono invece pescherecci che fanno parte della flotta più numerosa dei porti laziali. Entrambi sono affondati per falle lungo la murata sinistra e qualche lupo di mare sostiene che siano state provocate dall'urto con i grossi tronchi trasportati durante le piene del Tevere. «Torno a ribadire che la categoria della pesca rappresenta una grossa fetta dell'economia di Fiumicino e per il suo indotto precisa Gennaro Del Prete, presidente della coop Pesca romana . Il motopesca Maria e il Ciclone hanno pagato i cronici ritardi per la costruzione della "darsena dei pescherecci" che costringono la flotta, in condizioni meteo-marine avverse, a ormeggiare nel tratto di banchina tra la passerella e il ponte "2 giugno". I continui urti tra scafi affiancati e contro le banchine provocano danni al fasciame delle murate in legno che sono state la causa dei precedenti affondamenti con ingenti danni a carico degli armatori. Questi campanelli di allarme spingono gli operatori a chiedere di accelerare l'iter per costruire il nuovo approdo alla foce del porto-canale».