Vulci, riaperta dopo 2500 anni la tomba intatta di una "signora" etrusca

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di Laura Larcan - Video Francesco Toiati / Ag.Toiati

L'ultima sorpresa eccezionale dalla civiltà Etrusca la restituisce Vulci, la città potente fiera e nobile antagonista di Roma. La campagna di scavo archeologico ha riportato alla luce una tomba a camera intatta, inviolata, cristallizzata nel tempo così come è stata chiusa 2500 anni fa. Una scoperta rarissima. L'equipe di archeologi ha intercettato la porta di una tomba intatta  dell'inizio del VI secolo a.C. mai profanata da altre mani neanche le più intrepide e losche dei tombaroli. Siamo nella necropoli dell'Osteria, in una porzione di terra brulla millenaria, che sta restituendo da settimane un mondo sotterraneo dedicato ai defunti. Siamo presso l'ingresso del parco archeologico e naturalistico di Vulci, presso il comune di Montalto di Castro, nell'Etruria del Lazio. La suggestione è potente. Le due lastre di tufo larghe sessanta centimetri, del peso di 40 chili l'una, sono state rimosse. Un'operazione complicata, che avviene sotto gli occhi di Carlo Casi, il direttore scientifico, e Simona Carosi, responsabile del sito. Si resta quasi col fiato sospeso. La tomba a camera ha svelato una sepoltura su una banchina scavata nella roccia. Accanto il corredo intatto di una trentina di vasi, bicchieri, anfore e uno spiedo con innesti dell'ultimo pasto mai consumato. "Non ci sono armi, pertanto si tratta della sepoltura di una donna - racconta Casi - lo testimonia anche una fuseruola in terracotta, lo strumento usato per filare i tessuti". La donna è stata incamerata, i resti sono contenuti in un vaso.