Omicidio Meredith, legale Lumumba: «Amanda lo calunniò per sviare indagini su di lei»

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"Amanda è una ragazza molto intelligente, sempre presente a se stessa ed effettivamente, a mio giudizio, il movente della calunnia sta è nel fatto che si sentiva pressata dagli investigatori e per sviare le indagini ricorre a un classico di queste situazioni: fa il nome di un falso colpevole, spende il nome di un innocente sapendolo innocente". Lo ha dichiarato parlando con i giornalisti a margine dell'udienza, l'avvocato Carlo Pacelli, difensore di Patrick Lumumba, parte civile al processo che si celebra oggi davanti alla Corte d'assise d'appello di Firenze, chiamata a decidere per la seconda volta se la statunitense Amanda Knox il 6 novembre del 2007, poco dopo l'assassinio a Perugia della giovane studentessa britannica Meredith Kercher, che avvenne la sera del primo novembre, calunniò o meno Lumumba accusandolo di avere ucciso Meredith. Né la Knox, che vive a Seattle negli Stati Uniti, né Lumumba, oggi malato, sono presenti in aula.I difensori di Amanda, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Lupari Donati, che parleranno nel pomeriggio alla ripresa dell'udienza, puntano all'assoluzione della loro assistita anche per il reato di calunnia. Il nuovo appello viene celebrato perché la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dai legali della Knox, ha revocato e annullato le sentenze con le quali la scrittrice statunitense era stata condannata per avere coinvolto Lumumba. La decisione della Cassazione si basa sull'articolo 628 bis del codice di procedura penale che prevede la possibilità di chiedere che vengano eliminati "gli effetti pregiudizievoli" derivanti da una violazione che sia stata accertata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo: in questo caso sarebbe stato violato il diritto all'assistenza difensiva e linguistica perché a Knox, nonostante fosse già una sospettata, non venne chiamato un avvocato e non venne adeguatamente assistita nel redigere il memoriale che scrisse in questura la sera del 6 novembre quando stava per essere trasferita in carcere. (LaPresse)