Francesco Pio Maimone, funerali a Pianura: folla per l'ultimo saluto al 18enne ucciso

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Pianura ha dato l'ultimo saluto a Francesco Pio Maimone, il giovane ucciso agli chalet di Mergellina nella notte tra domenica e lunedì a Napoli. Un saluto composto in cui la comunità si è stretta attorno alla famiglia del ragazzo, e attorno a quelle Case Gialle, lì dove Francesco Pio ha vissuto ed è cresciuto coltivando il sogno di diventare un pizzaiolo e magari di aprire un locale tutto suo con l'amico Carlo. Qui, davanti alle palazzine, i suoi amici si sono stretti attorno al feretro bianco, hanno messo la musica che piaceva a Francesco Pio e sparato fuochi d'artificio.

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Ma a salutare il giovane poco prima era stato tutto il quartiere gridando a gran voce il suo nome, liberando palloncini bianchi e accendendo fumogeni color azzurro Napoli. Gremiti sia il piazzale che l'interno della chiesa di San Lorenzo Martire dove, mentre si svolgeva la celebrazione funebre, è stato necessario l'intervento della Protezione civile per un malore. Migliaia le persone e tantissimi i giovani, alcuni con una maglietta con la fotografia del ragazzo impressa e la scritta «Francesco Pio vive». In chiesa anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. A celebrare le esequie il vescovo di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella, che nel corso dell'omelia ha detto: «La morte di un giovane per mano violenta da parte di un altro giovane ci disorienta, ci sgomenta, ci angoscia e un grido sgorga dal nostro cuore, in particolare da quello dei genitori: perché? E questo grido si fa richiesta di giustizia» ed ha sottolineato che analisi, studi, progetti «sono necessari ma non bastano e non incidono se non ci sono testimoni adulti che con la loro vita dicono che l'onestà, il rispetto dell'altro, anche se diverso, la giustizia, la solidarietà non sono un optional, ma fondamento della comunità».

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Rivolgendosi alle istituzioni, monsignor Pascarella si è domandato: «Siamo consapevoli dell'emergenza e della sfida educativa e ci facciamo da esse sfidare, ponendo in atto azioni concrete che avviino processi per darvi risposte con buone prassi?». Da qui l'invito affinché «spenti i riflettori mediatici non si giri subito pagina e ci sia in tutti noi un sussulto di umanità perché i nostri ragazzi possano respirare un clima non inquinato, ma benefico fatto di onestà, giustizia, verità, bontà, rispetto dell'altro». Forte la commozione quando un'amica, Federica, ha letto le parole scritte da Chiara, la sorella di Francesco Pio: «Sei stato portato via da me e hanno spezzato i tuoi sogni. Non sentirò più la tua voce, non vedrò il tuo sorriso e non sarò più al sicuro tra le tue braccia ma tu abbracciami nei sogni». E infine un'ultima preghiera: «Guardaci e proteggici, proteggi soprattutto mamma che più di tutti ne ha bisogno. Ora corri sulle nuvole e insegna agli angeli a sorridere come sai fare tu».