Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia

Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia
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Martedì 5 Settembre 2023, 15:56

La Valle Sabbia è una delle tre grandi valli a nord di Brescia ed è un territorio unico dall’invidiabile patrimonio artistico, culturale e gastronomico immerso tra alte e boscose montagne con una ricca varietà di flora e fauna. Perla della valle è Sabbio Chiese e il  suo Santuario della Rocca, eretto su una rupe in posizione dominante tra il IX e il X secolo come fortezza militare, per poi diventare una chiesa dal XIV secolo, anzi, due chiese sovrapposte dedicate entrambe all'Annunciazione ed entrambe ricche di pregevoli decorazioni, ex voto, statue e affreschi.

Proprio in questo magnifico e sacro contesto, fino al 15 ottobre si potrà godere della mostra “Immagini Miracolose. Madonne e Santi taumaturghi in Valle Sabbia”, che approfondisce il tema della scultura lignea di stampo devozionale - ambito dai risvolti ancora inediti – grazie alle opere di autori come Antonio Montanino, Pietro Bussolo o Baldassarre Vecchi, in dialogo con alcune tele sul medesimo tema, come il S. Antonio abate di Alessandro Bonvicino detto il Moretto.

La proliferazione di immagini nel periodo considerato ha determinato una stratificazione iconica che, attraverso una diffusione geografica ampliata e le opportunità di riproduzione offerte dall’avvento della stampa a caratteri mobili, ha dissolto l’integrità dei segni, portando a risemantizzare schemi e composizioni formali che si sono così arricchiti o hanno mutato significato. Gli interventi di restauro effettuati per l’occasione hanno portato all’emersione di taluni dettagli stilistici e tecnici di notevole interesse per la corretta contestualizzazione critica dell’opera nel solco geografico e culturale di riferimento.

Il confronto evidenzia gli stretti legami iconografici instaurati nel corso del processo di mediazione, trasposizione e, in taluni casi, trasformazione dell’icona della Vergine Maria e dei santi taumaturghi documentati in Valle Sabbia. Fil rouge del progetto è il significato che l’immagine sacra ha man mano assunto e conservato, dall’inizio del XV al tramonto del XVII secolo. Epoca, è bene ricordare, segnata dall’importante questione riguardante il sacro e la sua rappresentazione, normata dal Concilio di Trento e, in modo particolare, dal decreto conciliare Della invocazione, della venerazione e delle reliquie dei santi e delle sacre immagini.

Mostra nella mostra, la sezione “Quando la devozione era di casa” - allestita a metà percorso nel vano che si apre a mezza ratta tra i due piani del Santuario - illustra la diffusione popolare della devozione (soprattutto mariana, ma nonsolo) attraverso una ventina di rari documenti a stampa ed ex voto provenienti da luoghi di culto e collezioni private.

Ben prima dell’avvento di Instagram, TikTok e dell’immagine pubblicitaria in grado influenzare gusti e scelte individuali e collettive, la mostra documenta quindi come il potere iconografico che al dato storico preferisce il sentimento popolare (sentiment e Pop, diremmo oggi) non sia una prerogativa esclusivamente contemporanea.

Il lavoro di ricerca condotto dal comitato scientifico ha quindi adottato un approccio multidisciplinare, considerando gli aspetti relativi all’ambito teologico, quelli storici, storico-artistici e sociologici, con l’intento di comporre una narrazione sfaccettata della valenza assunta dalla tematica nella società valsabbina, e non solo, del tempo.

Completa il tutto “Maria Madre di Dio, pellegrina tra gli uomini” (1-17 settembre, Sala Consiliare Comune di Sabbio Chiese).

La mostra propone otto rilievi in terracotta, appositamente realizzati dallo scultore e designer Fabrizio Gandi e ispirati ad altrettanti santuari mariani situati nell’area compresa tra Valle Sabbia ed il Lago di Garda.

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