Le vittime della pedofilia in Germania chiedono ai vescovi tedeschi di rivedere le tariffe risarcitorie che mediamente si aggiravano tra i 20 mila e i 50 mila euro, e questo dopo una storica sentenza, emessa alcuni giorni fa dal tribunale di Colonia, in cui riconosceva a una vittima un danno quantificato in 300 mila euro. Denaro che ora dovrà sborsare la diocesi di Colonia. A seguito di questo passaggio tante vittime stanno meditando una rinegoziazione dei pagamenti monetari. Secondo la agenzia tedesca KNA il comitato consultivo delle vittime ha dichiarato che ora l'obiettivo deve essere quello di lavorare insieme alla Chiesa «per ottenere un miglioramento sostenibile del sistema di riconoscimento che renda giustizia ai principi delle sentenze del tribunale».
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A ribaltare la situazione è stato il caso di Colonia.
I rappresentanti delle vittime da tempo sottolineano che le procedure per i risarcimenti stabiliti da una commissione indipendente (UKA) erano di fatto poco trasparenti e persino troppo bassi. Alle richieste di rinegoziazione per il momento i vescovi hanno preferito soprassedere tanto che il portavoce della Conferenza episcopale per le questioni relative agli abusi, il vescovo Helmut Dieser di Aquisgrana, ha dichiarato che la Chiesa intende mantenere il suo sistema di pagamento anche dopo il caso di Colonia.
Il tema degli abusi da anni è al centro di riflessioni, strappi, malumori e disagi. La Chiesa tedesca, tra tutte quelle europee è considerata un laboratorio e l'attenzione dell'opinione pubblica resta altissima. Nella città di Muenster, per esempio, è anche stata proposta da un gruppo di lavoro cattolico, che nella cattedrale cittadina non vengano più sepolti vescovi che in passato si sono macchiati di coperture.
Nella cattedrale sono sepolti tre vescovi che, secondo un rapporto, hanno commesso errori nel trattare gli abusi tra il 1947 e il 2008. L'accesso alla cripta dove sono sepolti i tre vescovi, è stato temporaneamente bloccato e da quando è stato riaperto è stato posto un cartello all'ingresso sottolineando gli errori commessi dai prelati.