L'ultimo grave episodio che dimostra senza ombra di dubbio quanto sia profonda la spaccatura all'interno dell'influente conferenza episcopale americana riguarda la cacciata di un vescovo texano piuttosto stimato dai conservatori per la sua coerenza e trasparenza, ma considerato una specie di demonio in Vaticano per avere osato contrastare apertamente la linea dottrinale aperturista portata avanti in questi anni e nelle discussioni dall'ala liberal della Chiesa, anche durante l'ultimo super sinodo nell'Aula Paolo VI. Benevolenza per le coppie gay, riconoscimento ai transessuali, alla pratica dell'utero in affitto, revisione del Catechismo sui gay, democratizzazione interna, diaconato femminile, cedimenti sul tema dell'aborto. Il Vaticano non ha dato alcuna spiegazione ufficiale sul suo licenziamento. Tuttavia si sa che Papa Francesco dopo averlo fatto avvertire del bisogno di allinearsi al nuovo corso ha perso la pazienza, gli ha posto un aut aut e lo ha fatto fuori sollevando parecchie perplessità tra i teologi per i modi. Un vescovo, infatti, spiega al Messaggero il cardinale Gerhard Mueller, per la sua natura sacramentale non potrebbe essere dimesso o fatto dimettere per questioni del genere. Tecnicamente non si tratta di un eretico. «Esprimere opinioni a difesa della dottrina tradizionale, come la Chiesa la ha sempre intesa, non significa essere criminali».
Di fatto la spaccatura dentro la chiesa Usa tra liberal, fedelissimi alla linea riformista di Papa Francesco e conservatori, decisamente restii a concedere sconti al magistero tradizionale specie in materia di difesa alla vita e sulle questioni antropologiche, si è allargata e orma va avanti da troppo tempo.
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In quella occasione, nelle interviste ai giornalisti incontrati nel Palazzo Apostolico per le visite di cortesia, minimizzava sui guai che sta attraversando la Chiesa americana. Lo scorso 14 novembre il nunzio ha però dovuto esortare i vescovi a uscire dalla loro "zone di comfort" e iniziare ad assimilare le discussioni che si sono aperte al Sinodo e costituiscono la via maestra da seguire. Nel discorso fatto all'apertura dell'assemblea annuale il cardinale Pierre ha fatto presente che la visione di Francesco resta «essenziale per l'evangelizzazione»in futuro. Insomma, parola d'ordine è compattezza, un richiamo a mettersi in riga, che certamente non aiuta alla libertà e al pubblico dibattito. In una recente intervista con America Magazine, il cardinale Pierre ha anche affermato: «ci sono alcuni sacerdoti e religiosi e vescovi negli Stati Uniti che sono terribilmente contro Francesco come se fosse il capro espiatorio per tutti i fallimenti della chiesa o della società».
Ad aver creato malumori e alimentato la contrapposizione in questi anni ha lavorato anche il tassativo divieto del Papa di accogliere nelle diocesi la messa in latino, secondo la vecchia liturgia, come aveva invece disposto precedentemente Benedetto XVI. Un altro passaggio doloroso, uno strappo inspiegabile, che ha contribuito a scavare fossati. “La sinodalità non significa cambiare dottrina ma metodo” ha aggiunto Pierre. Le percezioni diverse nella Chiesa americana però restano e c'è anche la tentazione di ideologizzare le questioni e di dimenticare ciò che la Chiesa dovrebbe essere nella società. “Questo è il motivo per cui il Santo Padre sta invitando la Chiesa proprio a trovare un nuovo modo di essere Chiesa. Ma la Chiesa americana non è solo quella di un gruppo di conservatori”. I quali "sono molto, molto rumorosi, sono una rete di blog e parlano tutti insieme, ma in realtà rappresentano solo un piccolo gruppo".