Il Vaticano benedice l'inserimento dello sport nella Costituzione italiana, «Un segno di gioia per tutti»

Il cardinale josè tolentino
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 20:35 - Ultimo aggiornamento: 20:46

«Inserire nella Costituzione lo sport? E' un segno per noi tutti, un segno di gioia». Suona quasi come una benedizione da parte del cardinale Josè Tolentino, prefetto del Dicastero della Cultura, l'approvazione in via definitiva alla Camera della proposta di legge che all'unanimità ha inserito la tutela dello sport nella Carta Costituzionale con 312 sì. Il provvedimento aveva già ricevuto il via libera dal Senato in seconda lettura (170 si, 1 astenuto) a maggio e in prima lettura il 13 dicembre 2022 (145 si e 4 astenuti). Il testo è composto di una sola norma che all'articolo 33 della Carta, dove si parla di arte e scienza, aggiunge: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme».

Pecoraro Scanio:


Il cardinale Tolentino che oggi pomeriggio ha inaugurato la sede ufficiale della Atletica Vaticana nel palazzo di San Callisto – alla presenza di diversi ambasciatori, tra cui quello americano – ha voluto sottolineare quanto il valore universale dello sport sia «capace di sbriciolare muri e avvicinare le persone».

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«Nel magistero di Papa Francesco troviamo questa intuizione, ovvero come lo sport possa essere concretamente uno strumento per la costruzione dell'umano, della fraternità, dell'inclusione.

E' un veicolo potente che può unire ed educare. E questo indirizzo la Chiesa lo condivide con tutti gli uomini e donne di buona volontà. L'inserimento dello sport nella Costituzione italiana è per noi un segno di gioia – ha detto parlando con il Messaggero - Chi fa sport veicola elementi positivi, fa esperienza di vicinanza, impara rapporti sani. E' una vera strada di speranza».

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Tolentino mentre benediva i locali della associazione sportiva vaticana in uno dei palazzi che possiede l'Apsa a Trastevere, a pochi passi dalla basilica di Santa Maria, ha ricordato la frase che gli raccontò un giorno un atleta di origine capoverdiana ma naturalizzato portoghese, Nelson Evora un triplista e lunghista campione olimpico, mondiale ed europeo di salto.«Ogni volta che salto lo faccio sempre pensando all'infinito». 

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