Vaticano, l'appartamento dei Papi al Laterano apre al pubblico, ma ancora manca il letto di Paolo VI

Vaticano, l'appartamento dei Papi al Laterano apre al pubblico, ma ancora manca il letto di Paolo VI
di Franca Giansoldati
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Martedì 7 Dicembre 2021, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 17:06

Città del Vaticano – C'è il tavolo sul quale Mussolini e il cardinale Gasparri firmarono i Patti Lateranensi, la scrivania di Paolo VI, il bronzo raffigurante Kennedy, il ritratto di Montini in aereo, l'inginocchiatoio di Pio IX. Manca solo il letto (che ancora non è arrivato dal Vaticano perchè ancora sottoposto al restauro). Dopo avere trasformato in museo la villa pontificia di Castel Galdolfo, storica residenza estiva dei pontefici, ora Papa Francesco è passato al Palazzo del Laterano, nella parte da sempre riservata ai Papi. Dal 13 dicembre verrà aperta al grande pubblico. L'appartamento privato dei pontefici è composto da quattro stanze arredate in modo austero, un sala da pranzo, la camera da letto con il bagno (non visibile), la biblioteca e la cappella. L'ultimo Papa che la fece allestire fu Paolo VI. Nelle decorazioni del soffitto ci sono paesaggi, alle pareti quadri e ritratti di pontefici.

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Le sale

Le sale sono spettacolari.

La sala degli imperatori, quella dei pontefici, la sala di Samuela realizzate da Cesare Nebbia e Giovanni Guerra, coronata dallo stemma di Sisto V. La sala di David tutta stucchi dorati, la sala di Salomone e quella di Elia. In tutto quasi tremila metri quadri. Vi si accede dallo scalone monumentale che porta direttamente nella basilica di San Giovanni in Laterano.

L'allestimento artistico attraversa il primo piano del Palazzo Apostolico con ingresso da piazza di Porta San Giovanni, proprio accanto alla cattedrale. L'apertura del percorso sarà con visite guidate, in gruppi di massimo 30 persone, accompagnati delle Suore Missionarie della Divina Rivelazione, che da anni a Roma propongono itinerari di arte e fede e sostengono che il museo del Laterano “equivale a un percorso di fede”.

A volere la trasformazione e l'apertura al pubblico è stato Francesco attraverso una lettera inviata al cardinale Angelo De Donatis tempo fa: «La Chiesa nel corso dei secoli ha sempre operato per promuovere quanto frutto del genio e della maestria degli artisti, spesso testimonianza di esperienze di fede e quali strumenti per dare onore a Dio. Questo non solo per amore dell’arte, ma anche per salvaguardare il patrimonio culturale di fronte a sfide e a pericoli che l'avrebbero privato della sua funzione e del suo pregio. Tale speciale responsabilità, accompagnata dall’attenta sollecitudine nel considerare luoghi, edifici e opere espressioni dello spirito umano e parte integrante della cultura dell'umanità, ha consentito ai miei Predecessori di tramandarli alle diverse generazioni e di adoperarsi per conservarli e renderli disponibili a visitatori e studiosi. Un compito che anche oggi impegna il Vescovo di Roma nel rendere fruibile la bellezza e il rilievo dei Beni e del patrimonio artistico affidato alla sua tutela». 

Ripercorrere la storia del Palazzo Lateranense significa risalire al 28 ottobre dell’anno 312, quando le truppe di Costantino sconfissero Massenzio nella celebre battaglia di Ponte Milvio. Sul soglio di Pietro sedeva in quegli anni Papa Milziade I, al quale Costantino donò l’area e le costruzioni un tempo appartenute all’antica famiglia dei Laterani. La basilica fu consacrata il 9 novembre del 318 e venne dedicata al Santissimo Salvatore da Papa Silvestro I. Ad essa, oltre che il Battistero, venne poi annesso il Patriarchium, noto come La Casa del Vescovo di Roma.


 

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