La povertà cresce come effetto della guerra in Ucraina, il Papa prepara a novembre la Giornata Mondiale dei Poveri

La povertà cresce come effetto della guerra in Ucraina, il Papa prepara a novembre la Giornata Mondiale dei Poveri
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Martedì 14 Giugno 2022, 16:12

Città del Vaticano - «Come dare una risposta adeguata che porti sollievo e pace a tanta gente, lasciata in balia dell’incertezza e della precarietà?». Milioni di persone in fuga dall'Ucraina, milioni di disoccupati che faticano in Europa a pagare le bollette, milioni di comunità che nel mondo ogni giorno convivono con la paura, la mancanza acqua, cibo, cure mediche, affetti. A Novembre il Vaticano organizza la VI giornata mondiale dei Poveri e il Papa, con l'aiuto di monsignor Rino Fisichella, sta preparando una riflessione mondiale. Intanto è stato dato alle stampe il Messaggio annuale in cui si riflette sugli effetti del conflitto contro Kiev. 

«I popoli che accolgono fanno sempre più fatica a dare continuità al soccorso; le famiglie e le comunità iniziano a sentire il peso di una situazione che va oltre l’emergenza. È questo il momento di non cedere e di rinnovare la motivazione iniziale. Ciò che abbiamo iniziato ha bisogno di essere portato a compimento con la stessa responsabilità» si legge nel testo del Messaggio. 

La Chiesa insiste sul concetto di solidarietà, che significa, spiega il pontefice, «condividere il poco che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra. Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà. D’altronde, bisogna considerare che ci sono Paesi dove, in questi decenni, si è attuata una crescita di benessere significativo per tante famiglie, che hanno raggiunto uno stato di vita sicuro.

Si tratta di un frutto positivo dell’iniziativa privata e di leggi che hanno sostenuto la crescita economica congiunta a un concreto incentivo alle politiche familiari e alla responsabilità sociale. Il patrimonio di sicurezza e stabilità raggiunto possa ora essere condiviso con quanti sono stati costretti a lasciare le loro case e il loro Paese per salvarsi e sopravvivere».

Papa Francesco mette poi in chiaro: «davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. A volte, invece, può subentrare una forma di rilassatezza, che porta ad assumere comportamenti non coerenti, quale è l’indifferenza nei confronti dei poveri. Succede inoltre che alcuni cristiani, per un eccessivo attaccamento al denaro, restino impantanati nel cattivo uso dei beni e del patrimonio. Sono situazioni che manifestano una fede debole e una speranza fiacca e miope. Sappiamo che il problema non è il denaro in sé, perché esso fa parte della vita quotidiana delle persone e dei rapporti sociali. Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri». 

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