Il Papa chiude il Sinodo delle divisioni con un forte appello all'unità

Il Papa chiude il Sinodo delle divisioni con un forte appello all'unità
di Franca Giansoldati
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Sabato 27 Ottobre 2018, 22:02 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 09:31
Città del Vaticano - Papa Francesco chiude il Sinodo sui giovani con un forte appello all'unità. La Chiesa «non va spocata», sta vivendo un momento «difficile», è «perseguitata da accuse continue» e quindi è il momento di difenderla tutti insieme. Soppesa le parole mentre parla a braccio davanti all'assemblea. Il riferimento è chiaro a tutti e va dritto alle accuse formulate dall'ex nunzio Viganò di un pontificato che usa due pesi e due misure a seconda delle convenienze. Anche al Sinodo l'eco del caso McCarrick (l'ex cardinale americano, abusatore seriale, punito in ritardo perchè progressista e vicino alla visione del pontificato di Bergoglio) è  risuonato.

Per un mese quasi 300 tra vescovi e cardinali provenienti da tutto il mondo si sono confrontati sulle questioni più delicate che riguardano le nuove generazioni. Trasmissione della fede, abusi, donne, orientamenti sessuali. Venerdì sono emerse tensioni sotterranee, non tanto per le tematiche spinose sul tappeto, quanto  per la votazione dei 16 membri che andranno a fare parte della Segreteria del Sinodo e che il prossimo anno saranno chiamati ad organizzare il Sinodo sull'Amazzonia (dove si dovrebbe aprire un breccia per l'ammissione dei viri probati e, di conseguenza, del celibato sacerdotale). Alcuni episcopati, tra cui quello americano e quello italiano, si sono trovati spaccati sui candidati. Alle votazioni è spesso venuto a mancare il quorum, segno di scarsa compattezza. Ad essere eletto (pare dietro una fortissima campagna promossa da monsignor Vincenzo Paglia) è stato Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, considerato ultra progressista. La stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti dove è stato eletto il super liberal Tobin. I vescovi americani si sono divisi pur di non votare il presidente Di Nardo, di orientamento più conservatore. Spaccature e differenze piuttosto profonde che hanno fatto vacillare il principio della sinodalità. Tanto che l'arcivescovo Nichols di Westminster, durante il voto del testo finale, al punto riguardante la sinodalità (che è quello che ha registrato il maggior numero di reazioni negative, voti contrari su 191) è intervenuto per chiedere il significato di questa parola che in quell'aula sembrava un po' strano. Per bilanciare un po' le cose e rasserenare gli animi è dovuto intervenire padre Antonio Spadaro, il gesuita spin doctor di Papa Francesco che ha ribadito a tutti in cosa consiste la sinodalità nella Chiesa. 

Il Papa, chiudendo il Sinodo, è stato interrotto più volte dagli applausi. «È un momento difficile per la Chiesa perché l'accusatore - ha detto riferendosi al demonio - tramite noi attacca la madre e la madre non la si tocca», ha sottolineato riferendosi alla Chiesa e chiedendo: «Noi tutti dobbiamo difenderla».

Le accuse alla Chiesa, ha aggiunto, diventano «persecuzione», come accade ai cristiani d'Oriente, ma «c'è anche un altro tipo di persecuzione, con accuse continue per sporcare la Chiesa. La Chiesa non va sporcata, i figli siamo sporchi tutti», «i figli siamo peccatori», «ma la madre no, dobbiamo difenderla tutti, e per questo ho chiesto di pregare il rosario» in questo mese d'ottobre, tutti i giorni, per l'unità della Chiesa.

Francesco ha ribadito che «il Sinodo non è un Parlamento ma uno spazio protetto» perché ad operare è lo Spirito Santo. Poi ha indicato ai padri sinodali quale deve essere la strada da questo momento in poi perché non basta il pezzo di carta. «Il risultato del Sinodo non è un documento finale, l'ho detto all'inizio. Siamo pieni di documenti». Il tema al centro delle preoccupazioni del Papa resta quello della sinodalità e dell'unità.

Il pontefice ha voluto ringraziare i giovani che hanno partecipato all'assise dei vescovi come uditori: «Ci hanno portato la loro musica in questa aula. Musica è una parola diplomatica per dire chiasso, è cosi», ha detto sorridendo. Poi il segretario generale, il cardinale Lorenzo Baldisseri, i sottosegretari per il loro impegno. «Avevo detto che avevano lasciato la pelle nel documento preparatorio, adesso dico che ci hanno lasciato le ossa», è stato la battuta finale per ringraziare tutti. Anche il cardinale iracheno Sako, dopo avere lanciato un appello per i cristiani che in Medio Oriente stanno scomparendo, ha manifestato solidarietà a Bergoglio: «Nonostante questo momento, la Barca di Pietro rimane solida».

 
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