Di La Pira Bergoglio ha ricordato anche la visionaria attività diplomatica, coraggiosa e lungimirante per quei tempi, specie quando «compì uno storico viaggio a Mosca nell’agosto 1959. Sempre più incisivo diventava il suo impegno politico-diplomatico: nel 1965 convocò a Firenze un simposio per la pace nel Vietnam, recandosi poi personalmente ad Hanoi, dove poté incontrare Ho Chi Min e Phan Van Dong».
Sulla carenza di cattolici in politica, quello del Papa è solo l’ultimo intervento. In questi giorni si è ascoltata la voce preoccupata del cardinale Pietro Parolin, qualche giorno prima quella dell’Azione Cattolica e del vescovo di Assisi, Sorrentino. Il dibattito si è aperto il mese scorso durante la canonizzazione di Paolo VI con le parole del cardinale Angelo Becciu. In una intervista al Messaggero aveva rilevato di come i cattolici non fossero più protagonisti come un tempo nella gestione pubblica del Paese. «Restano sì posizioni individuali, anche apprezzabili, ma si deve riconoscere che manca un contributo organico. Con questo non voglio affatto parlare della riesumazione di un partito unico - aveva detto il cardinale - ma della necessità che si propongano come gruppo fiero di un patrimonio di tutto rispetto di idee, di cultura, di dottrina sociale da mettere a servizio del Paese. Abbiamo bisogno di uomini coraggiosi che sappiano coniugare i valori evangelici in cui credono con i valori democratici e costituzionali. Non dimentichino la frase di Paolo VI: la politica è la forma più alta della carità».
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