Dalla Tamaro a Ligabue, Papa Francesco accoglie gli artisti per l'anniversario della collezione d'arte contemporanea ai Musei Vaticani

Grande crocifisso di Mimmo Paladino esposto ai Musei Vaticani per la grande mostra diffusa
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 19:28

Papa Francesco accoglie nella Cappella Sistina pittori, scultori, architetti, scrittori, poeti, musicisti, registi e attori di quasi tutte le nazionalità (stavolta non ci sono russi) in occasione del cinquantesimo anniversario dell'inaugurazione della collezione d'arte contemporanea dei Musei Vaticani, ripercorrendo le orme di Paolo VI.

Tra gli italiani scelti ci saranno Michela Murgia, Roberto Saviano, Francesco Zito, Susanna Tamaro, Paolo Cognetti, Mario Ceroli, Luciano Ligabue, Mimmo Locasciulli. L'elenco è ovviamente lunghissimo e raccoglie 200 artisti provenienti da 30 Paesi del mondo.

«La volontà del Santo Padre è quella di celebrare il lavoro e la vita degli artisti, evidenziando il loro contributo alla costruzione di un senso di umanità condivisa e alla promozione di valori comuni» spiegano al dicastero per la Cultura e l'Educazione. Si va dal brasiliano Caetano Veloso ai francesi Jean Nouvel, Eric-Emmanuel Schmitt e Amelie Nothomb. Dal tedesco Anselm Kiefer all'olandese Rem Koolhaas ai britannici Anish Kapoor e Ken Loach. 

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Il cardinale José Tolentino de Mendonça ha spiegato che vi è bisogno di «rilanciare l'esperienza della Chiesa come amica degli artisti, interessati alle domande che la contemporaneità ci pone (tanto quelle attuali, pressanti di drammaticità, come quelle così visionarie che indicano nuovi futuri possibili) e disponibili a sviluppare un dialogo più ricco e una crescita della comprensione reciproca». 

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Nello stesso tempo è stata organizzata ai Musei Vaticani una mostra diffusa dove vengono esposte dieci opere di recente acquisizione.

Anatsui, Bravo, Fleischer, Gioli, Giuliani, Hadzi-Vasileva, Paladino, Ruffo, Strazza e Vukadinov sono gli artisti di calibro internazionale che le hanno prodotte. L’esposizione li pone in confronto dialettico con gli spazi e i capolavori dei Musei Gregoriano Etrusco, Egizio, Profano, Pio Cristiano, del Padiglione delle Carrozze, della Pinacoteca o dell’Etnologico Anima Mundi.

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«Abbiamo fatto questa scelta – spiega Micol Forti, curatrice del Reparto Arte Ottocento e Contemporanea dei Musei Vaticani - soprattutto per sottolineare uno degli insegnamenti più alti che Paolo VI ci ha lasciato: l'arte contemporanea deve essere uno strumento per pensare, ragionare, stimolare dubbi, domande, nuove conoscenze. Il dialogo fra le opere contemporanee e le opere di altre di altre epoche e di altre civiltà non può che sollecitare nuovi punti di vista, nuove riflessioni, nuove attenzioni da parte del nostro pubblico e di quanti saranno interessati a visitare la mostra».

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