Papa Francesco ha un nuovo il segretario personale (stavolta argentino), ecco perchè li cambia così spesso

Papa Francesco ha un nuovo il segretario personale (stavolta argentino), ecco perchè li cambia così spesso
di Franca Giansoldati
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Martedì 18 Luglio 2023, 10:11 - Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 10:43

Papa Francesco rivolta come un calzino la sua segreteria personale e ancora una volta cambia il segretario privato, confermando la regola del servizio quinquennale, periodo oltre il quale non vuole che vadano i suoi più stretti collaboratori, quelli che vivono con lui e lo seguono passo passo. Restando al suo fianco potrebbero acquisire indirettamente troppo potere e magari assumere ruoli che non competono loro. Il segretario personale di un pontefice è una figura sensibile poiché aiuta a gestire l'agenda, è testimone degli incontri più riservati nelle salette di Santa Marta e, dunque, destinati a non essere dati in pasto alla curia o al circo mediatico bensì da custodire rigorosamente nel silenzio.

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Papa Francesco, le mosse

Una posizione comprensibilmente delicata e di assoluta fiducia che il pontefice argentino negli anni ha ridotto a un qualsiasi lavoro curiale a tempo, sottoponendolo ad un fisiologico avvicendamento.

Si dice che questo modus operandi Bergoglio lo abbia mutuato dalla sua precedente esperienza da arcivescovo a Buenos Aires quando era uso ad occuparsi personalmente e direttamente della sua agenda, senza troppi intermediari, fatto salvo una storica segretaria. Arrivando a Roma ha però capito che la mole quotidiana di informazioni, richieste, e lavoro da sbrigare era talmente abnorme da essere di difficile gestione senza l'aiuto dei filtri. I segretari del Papa che fino al pontificato di Benedetto XVI erano stati sempre stabili, anche per questioni legate all'efficacia del ruolo da svolgere, con Bergoglio sono stati così trasformati in contratti a tempo determinato per evitare che si trasformino in quasi plenipotenziari degli «accessi» papali. 

I precedenti

L'ultimo segretario in ordine cronologico ad essere sostituito è l'uruguayano padre Gonzalo Aemilius, un prete amabile sempre pronto ad essere d'aiuto alle decine di migliaia di persone che ogni giorno bussano alla reception dell'albergo Santa Marta chiedendo una benedizione, depositando una lettera o la richiesta di un incontro. Padre Gonzalo rispondeva nell'arco di poche ora tramite mail, fornendo le informazioni del caso e dando istruzioni. Il tempo di questo giovane sacerdote dalla vocazione tardiva e dalla formazione da strada, callejera, è nel frattempo scaduto e Francesco ha annunciato che lo sostituirà con un argentino che si chiama Daniel Pellizzon, 40 anni, in passato suo collaboratore tra il 2011 e il 2012, alla vigilia della sua elezione. Pellizzon è di Buenos Aires dove ha fatto il parroco, e nel tempo libero accompagnava i pellegrini nel Santuario di San Cayetano. Secondo le indiscrezioni avrebbe già ricevuto la convocazione a prendere servizio ad agosto, giusto il tempo di completare il passaggio di testimone.

L'altro segretario personale in forze è l'efficientissimo, leale e discreto don Fabio Salerno, un quarantenne originario della Calabria, che si divide tra la segreteria di Santa Marta e la Segreteria di Stato, facendo da raccordo a questi due centri di potere. Tra tutti i segretari privati è l'unico di nazionalità italiana, anche per lui il tempo sta per scadere ma è possibile che per lui faccia una eccezione. Francesco in tutto ha avuto un maltese, un argentino, un egiziano, un uruguayano. 

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A differenza dei predecessori ha scelto di non avere un unico segretario esclusivo e permanente come Giovanni XXIII con Loris Capovilla, Paolo VI con Pasuale Macchi, Giovanni Paolo II con Stanislaw Dziwisz, Benedetto XVI con Georg Gaenswein, attualmente rispedito in Germania, a Friburgo, dove ricopre il ruolo di canonico ordinario ma senza incarichi nella diocesi.

I segretari personali chiamati da Papa Francesco a questo incarico sensibile sono stati il maltese Alfred Xuereb, già segretario aggiunto di Papa Benedetto: se lo è ritrovato e ha preferito sostituirlo quasi subito. Così ha chiamato l’argentino Fabian Pedacchio assieme all’egiziano Yoannis Lahzi Gaid, poi l’uruguaiano Gonzalo Aemilius. 

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