Smantellata mostra blasfema allestita in una chiesa a Norimberga, anche un'opera su Ratzinger dal titolo "Il Papa sogna l'amore"

Smantellata mostra blasfema allestita in una chiesa a Norimberga, anche un'opera su Ratzinger dal titolo "Il Papa sogna l'amore"
di Franca Giansoldati
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Venerdì 28 Luglio 2023, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 17:28

Esageratamente blasfema e trasgressiva per poter restare dentro una chiesa dove era stata inizialmente allestita, così la mostra fotografica più sacrilega degli ultimi tempi, è stata chiusa in fretta e furia. Tra le opere esposte anche una foto di Benedetto XVI sfiorato da una figura maschile nuda con la scritta “Rosa v. P 23” sul pene eretto, la firma dell'artista: in arte Rosa von Praunheim, al secolo Holger Mischwitzky, regista, pittore, fotografo assai noto e attivista storico del movimento dell'emancipazione gay. Titolo dell'opera: Il Papa sogna l'amore. E ancora immagini di orge maschili su cui volano farfalle, dal titolo “Fucking for peace”, altre molto ambigue con minori e persino una brutta ricostruzione dell'Immacolata Concezione in cui la Vergine appare circondata da sagome di animali e la scritta sottostante: «Chi si è scopata?»

Il fatto è che l'esposizione pubblicizzata a livello nazionale di questo famoso artista tedesco, e ospitata nella chiesa luterana di Sant'Egidio a Norimberga , ha fatto scoppiare un autentico putiferio, dando origine a una bufera di critiche mai vista da parte dei fedeli - sia cattolici che protestanti - attraversando tutta la Germania, unanimente feriti dalla provocazione blasfema.

L'artista, intanto, si è difeso dicendo che questa iniziativa era stata pensata per riflettere sul rapporto tra la Bibbia e la sessualità. Il caso della mostra nel frattempo è diventato internazionale e ha valicato le frontiere rimbalzando sui social.

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«Molti di coloro che scrivono non hanno nemmeno visto la mostra, ma ne hanno solo sentito parlare e questo non può essere un dibattito serio» si è lamentato l'artista che aveva pensato il percorso espositivo accompagnandolo alla proiezione di un suo film, "Hitler & Jesus - A Love Story" in cui traccia un parallelo tra le strategie e gli effetti di questi due personaggi. 

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La Chiesa luterana letteralmente travolta da messaggi, spesso feroci e minacciosi, ha deciso all'unanimità, nella riunione di ieri di non riaprire la mostra "Gesù ama". «La decisione – hanno fatto sapere in un comunicato - non è stata presa a cuor leggero ed è stata attentamente ponderata. La decisione è anche una risposta alle preoccupazioni e alle obiezioni sulla mostra». L'esposizione doveva accompagnare il Gay Pride organizzato a Norimberga e, secondo l'artista, avrebbe dovuto mostrare «come l'amore, il sesso e l'omosessualità siano trattati nel cristianesimo». 

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«Siamo stati spiazzati da una notevole quantità di odio, insinuazioni e accuse infondate (…) Il compito della chiesa è quello di unire, guarire e riconciliare con la forza del Vangelo.Ci dispiace molto che la mostra abbia avuto l'effetto opposto.Volevamo offrire spazio a una serie di temi importanti per la nostra chiesa culturale e dobbiamo renderci conto che al momento questi temi non possono essere comunicati e discussi in modo adeguato».

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