Una grande manifestazione nazionale a Roma contro l'antisemitismo, un po' come quella che ieri ha sfilato per le vie di Londra e prima ancora a Parigi: le Comunità ebraiche stanno pensando ad organizzare una cosa analoga in Italia per i primi giorni di dicembre. Un modo per sollevare l'argomento e fare riflettere dopo tanti episodi inquietanti: le pietre d'inciampo bruciate, le scritte antisemite, l'odio che corre sul web, le stelle di David segnate sui muri, il rabbino di Torino offeso perchè portava la kippah e per ultimo persino le bandiere palestinesi alla manifestazione contro la violenza sulle donne mentre venivano ignorate completamente le decine di ragazze stuprate da Hamas il 7 ottobre scorso solo perchè ebree, come se fossero vittime di serie B. La presidente dell'Ucei, Noemi di Segni anticipa che anche per questo «per i primi di dicembre si sta lavorando all'organizzazione di una manifestazione: ne daremo presto comunicazione definitiva, con i dettagli, più avanti, sperando che ragioni di sicurezza non impongano alcuna limitazione».
Che effetto vi ha fatto vedere le bandiere palestinesi alla manifestazione rosa del 25novembre contro la violenza sulle donne e quel 'mini' comizio a Milano da parte di una attivista con la kefiah e il volto coperto che urlava: “gli israeliani sono malati”...
«Purtroppo è evidente la strumentalizzazione di un corteo che avrebbe dovuto unire tutti e tutte sotto un unico slogan: quello di dire basta a ogni genere di violenza sulle donne: fisica, culturale, religiosa.
L'associazione Non-una-di-meno ha indebolito la manifestazione?
«Ha perso una grande occasione: noi avevamo proposto un confronto condiviso prima della manifestazione visto che sul loro portale si faceva chiaro riferimento al fatto che il corteo, fra i propri scopi, aveva quello di contestare lo Stato italiano poiché appoggerebbe i genocidi schierandosi a supporto dello “Stato coloniale di Israele”. Nessuno ha fatto riferimento alle donne israeliane violentate e uccise nel peggiore dei modi. Le organizzatrici hanno rifiutato il confronto, questa è la verità».
Perché non sono state menzionate le donne israeliane violate il 7 ottobre?
«Ah guardi, questo dovrebbe chiederlo a loro, da parte nostra sono settimane che denunciamo il silenzio delle Organizzazioni internazionali, dall'Onu in giù. Assolutamente silenti di fronte alle violenze atroci che sono state commesse da Hamas il 7 ottobre. Alcuni addirittura hanno sostenuto che Israele non mostrando le immagini di quanto accaduto nei kibbuz al mondo intero, ha perso l'occasione di raccogliere la solidarietà dell'opinione pubblica. Le organizzatrici del corteo dimostrano solo di non conoscere la Storia, dimenticando chi è che ha rifiutato la proposta dei due Stati. Mi riferisco agli accordi di Oslo fatti naufragare dai palestinesi, non dagli israeliani. Evidentemente fanno politica utilizzando il tema delle donne come strumento di accesso e legittimazione».
Gira uno slogan sui social che dice: Non una di meno purché non sia israeliana...
«E' triste ma è così. Lo slogan citato denota l'esclusione. dovrebbe essere "non una di meno, anche ogni israeliana"».