Il Generale dei Francescani va in Ucraina: «La gente mi chiede perché non viene Papa Francesco»

Il Generale dei Francescani va in Ucraina: «La gente mi chiede perché non viene Papa Francesco»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 13 Aprile 2022, 17:49

Città del Vaticano - «Un viaggio del Papa a Kiev, in questo momento storico, sarebbe opportuno, avrebbe un valore immenso per la gente. Darebbe loro speranza. In questi giorni ovunque vado me lo chiedono tutti: dica al Papa di venire». Da un paesino vicino a Ternopil la voce del Generale dei Frati Minori, padre Massimo Fusarelli arriva con un sottofondo di voci che si mescolano. «Sono a visitare un centro di accoglienza». Uno dei tanti nati per ospitare i profughi che fuggono dalla parte attaccata dai russi.

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Il Generale dei Francescani va in Ucraina

L'eco delle polemiche per la decisione del Papa di affidare la croce della tredicesima stazione della Via Crucis al Colosseo, il giorno del Venerdì Santo, a una donna ucraina e a una donna russa è arrivato anche in Ucraina. «In tanti vogliono spiegazioni. Effettivamente qui, con la guerra in corso, si fa fatica a capire una cosa del genere anche se questa iniziativa nasce dal Vangelo. Amare i propri nemici non è mai facile, soprattutto quando il nemico ha un volto. Resta forse l'insegnamento evangelico più duro e complesso.

Personalmente – pur capendo le ragioni degli ucraini – ritengo che questa scelta darà frutti più in là, anche se oggi risulta complicata e quasi inaccettabile per la sua durezza».

Padre Fusarelli è andato in Ucraina (prima ancora in Polonia e in Romania a visitare i profughi) assieme ad una delegazione internazionale di leader religiosi. Si è trattato di un viaggio organizzato dal Peace Department e Elijah Interfaith Institute. Hanno incontrato sindaci, persone della società civile, vescovi ortodossi e cattolici. Oltre al francescano c'erano l'arcivescovo di Canterbury (emerito), Rowan Williams, il rabbino Jonathan Wittenberg, il Gran Mufti di Bosnia (Emerito) Mustafa Ceric, l'arcivescovo ortodosso britannico Nikitas Lulias, l'Imam Yahya Pallavicini, Swami Sarvapriyananda, leader indù e la suora buddista francese Giác Nghiêm.

Il messaggio

Ieri erano tutti nel teatro di Chernivtsi, in Ucraina, dove hanno letto un messaggio di solidarietà: «in un mondo attanagliato da una profonda oscurità, dobbiamo unirci per guarire l'umanità». Un gesto simbolico per non fare sentire soli gli ucraini.

I frati minori, ha raccontato padre Fusarelli, hanno 22 conventi francescani, tra cui uno proprio nei pressi di Odessa. Al momento non hanno subito distruzioni o perdite ma le loro strutture sono sotto stress per dare più aiuti possibili alla gente in fuga. 

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