Adamo, Eva e la bandiera arcobaleno nel Paradiso Terrestre: il nodo gender spacca la Chiesa in tutta Europa

Adamo, Eva e la bandiera arcobaleno nel Paradiso Terrestre: il nodo gender spacca la Chiesa in tutta Europa
di Franca Giansoldati
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Domenica 26 Marzo 2023, 16:11 - Ultimo aggiornamento: 16:38

Adamo ed Eva e quella bandiera arcobaleno Lgbt+ spuntata nel paradiso terrestre: per capire il caos che ormai regna tra gli episcopati in Europa sempre più lacerati al loro interno su come affrontare le grandi questioni del gender bastano due esempi macroscopici: mentre in Germania il cammino Sinodale ha appena approvato un testo per autorizzare i credenti transgender a poter modificare nel registro battesimale il proprio stato civile, a seconda di come si percepiscono sessualmente, un po' più a Nord, gli episcopati scandinavi riuniti (Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Finlandia) hanno pubblicato un testo in cinque lingue - italiano compreso - in cui mettono dei paletti. Visto che nella Chiesa c'è una babele di opinioni in materia, in assenza di un pronunciamento chiarificatore da parte di Roma, sono intervenuti con una lettera aperta per fare capire che si opporranno alla diffusione della cultura gender nelle scuole. 

BRUXELLES

«L’arcobaleno, oggi è rivendicato come simbolo di un movimento allo stesso tempo politico e culturale (…) Dissentiamo quando questo movimento propone una visione della natura umana che si astrae dalla integrità incarnata della persone, come se il sesso fosse qualcosa di accidentale».

Naturalmente però la Chiesa, sottolineano i vescovi scandinavi, riconosce «quanto c’è di nobile nelle aspirazioni di questo movimento. Le condividiamo nella misura in cui parlano della dignità di tutti gli esseri umani e del loro desiderio di visibilità». 

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I vescovi scandinavi spiegano anche che la Chiesa condanna ogni ingiusta discriminazione, «qualunque sia, anche quella che si fonda sul genere o sull’orientamento sessuale». Tuttavia mettono in evidenza che si «opporranno a quella visione culturale e politica che in tutti i paesi europei ormai viene imposta ai bambini come una verità provata e non un’ipotesi ardita, e imposta ai minori come un pesante carico di autodeterminazione al quale non sono preparati. È curioso: la nostra società tanto preoccupata per il corpo, di fatto lo prende alla leggera, rifiutando di vedere il corpo come segno di identità, e supponendo di conseguenza che l’unica individualità sia quella prodotta dall’auto-percezione soggettiva, costruendo noi stessi a nostra immagine». 

GERMANIA

Di segno opposto, invece, il documento approvato in Germania che contiene un passaggio in cui affioa quanto si stiano allargando le distanze tra gli episcopati europei. «L'Assemblea sinodale chiede un ripensamento dell'insegnamento sull'omosessualità: l'omosessualità non deve essere valutata eticamente in modo diverso dall'eterosessualità. A tal fine, il catechismo deve essere modificato. Inoltre, la Chiesa dovrebbe confessare le proprie colpe, pronunciarsi contro le «terapie di conversione» e «non escludere nessuno dai ministeri e dagli uffici a causa della sua sessualità (...) I vescovi dovrebbero tenere conto delle preoccupazioni delle persone transgender e intersessuali nella cura pastorale e nell'amministrazione. Le prime diocesi hanno già riformato i loro registri battesimali per riflettere la diversità di genere». La Chiesa tedesca lancia un appello al Papa affinché aiuti «le persone transgender e intersessuali nella nostra Chiesa a vivere la loro vita e la loro fede come creature di Dio senza danni, ostilità o discriminazioni». 

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Mentre gli episcopati si misurano sulla questione del gender, del cambio sesso, della omosessualità e dei transgender, a Roma Papa Francesco per ora ha scelto di non intervenire personalmente per fare chiarezza o dare ragione a una parte o all'altra con un documento specifico. Tuttavia in questi anni ha insisito tanto sul piano pastorale. Lui stesso ha accolto, aiutato e mandato messaggi improntati alla compassione alle persone trans.

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