Il cardinale Barbarin assolto in appello, non coprì pedofili ma le vittime vogliono ricorrere alla Corte Suprema

Il cardinale Barbarin assolto in appello, non coprì pedofili ma le vittime vogliono ricorrere alla Corte Suprema
di Franca Giansoldati
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 20:30

Città del Vaticano – Il cardinale era stato condannato in primo grado a 6 mesi di prigione per avere coperto un prete pedofilo, ma in secondo grado l'arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin è stato assolto. Il processo che si è svolto in questi mesi è stato molto seguito dalla stampa e dall'opinione pubblica francese. Era la prima volta che in Francia un cardinale si trovava sul banco degli imputati con una accusa tanto grave.

Al centro della vicenda ci sono gli abusi su un ragazzino di 15 anni da parte di un sacerdote di Lione, la diocesi amministrata da Barbarin. Sullo sfondo di questo processo, invece, le responsabilità del sistema vaticano che fino a poco tempo fa era ben poco sensibile alla collaborazione con le autorità civili e piuttosto orientato a risolvere lo scandalo senza troppi clamori, spesso spostando il prete pedofilo da una parrocchia ad un'altra. Una tendenza che, almeno fino a una ventina di anni fa, è stata suggerita in curia su esplicita indicazione di Roma come testimonia anche una vecchia lettera di un cardinale (Castrillon Hoyos) che si compiaceva con un vescovo per non avere ceduto alle pressioni della polizia e avere tutelato il sacerdote.

Barbarin in questi mesi si è sempre detto estraneo e ha rigettato ogni accusa. Il cardinale era comparso il 28 novembre davanti alla Corte d’appello di Lione presentando ricorso contro la condanna pronunciata dal Tribunale penale di Lione il 7 marzo 2019. «Non ho mai, ripeto mai, cercato di nascondere nulla, tantomeno questi fatti orribili», si era difeso Barbarin davanti al giudice, in occasione della prima udienza. Dopo la condanna Barbarin fu ricevuto da Papa Francesco, dove andò per presentargli le dimissioni che però non furono accolte. «Per tutti vale la presunzione di innocenza». Nel frattempo Barbain lasciava la guida della diocesi e al suo posto veniva nominato un amministratore, monsignor Michel Dubost. Ma la battaglia giudiziaria andrà avanti, visto che le associazioni che difendono le le vittime si sono dette pronte a ricorrere alla Corte Suprema. 

Il prete pedofilo, Bernard Preynat, ridotto allo stato laicale, è stato riconosciuto dalle autorità francesi colpevole di avere abusato ragazzi di età compresa tra i 7 e i 15 anni. Il verdetto definitivo sarà emesso il 16 marzo.

La Santa Sede ha appreso la notizia della sentenza della Corte d’Appello di Lione nei confronti di Barbarin e della decisione del cardinale di rimettere nuovamente il suo mandato nelle mani di Papa Francesco. Il Vaticano, in una nota, «riafferma la propria vicinanza a tutte le vittime di abusi, nella loro sofferenza, e alle loro famiglie e comunità, ed è al fianco della Chiesa di Lione, duramente provate. Il Santo Padre, che continua a seguire da vicino lo svolgimento di queste dolorose vicende, comunicherà la propria decisione a tempo debito».


 

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