Chiesa-Massoneria: un cardinale per la prima volta propone un tavolo permanente per dialogare con il Grande Oriente

il cardinale Francesco Coccopalmerio
di Franca GIansoldati
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Sabato 17 Febbraio 2024, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 14:25

Un cardinale per la prima volta lancia l'idea di un tavolo permanente con la Massoneria: sarebbe utile a un confronto. L'ipotesi di avviare una sorta di dialogo duraturo è emersa an uno «storico» convegno ospitato dalla diocesi di Milano sui rapporti Chiesa-Massoneria con l'obiettivo di rompere il ghiaccio tra due mondi che si sono combattuti e scomunicati reciprocamente. «Da quello che ho potuto capire, ma sono poco esperto in questa materia, credo che ci sia una evoluzione nella comprensione reciproca. Cinquant'anni fa c'era meno conoscenza ma le cose sono andate avanti, e spero che questi incontri non si fermino qui. Mi chiedo se non si possa pensare a un tavolo permanente, anche a livello di autorità, in modo da confrontarsi meglio» ha detto ai presenti il cardinale Francesco Coccopalmerio, giurista, già presidente del pontificio consiglio dei testi legislativi.

Al suo fianco, al tavolo dei relatori all'Ambrosianum, c'era l'arcivescovo Mario Delpini che all'inizio dell'incontro (la stampa è stata esclusa) dando il benvenuto agli ospiti ha presentato le ragioni dell'iniziativa nata, ha detto, «come argomento di conoscenza» visto che «non tutti possono avere approfondito l'argomento su una organizzazione così antica a prestigiosa sempre circondata da un alone di mistero e sospetto.

Così a me è sembrato che il GRIS (Gruppo di ricerche e informazione socio religiosa) facesse bene a voler approfondire. Non si tratta dunque di una assoluzione, ma di favorire colloqui tra persone per conoscere i rispettivi punti di vista, registrarne la convergenza o la lontananza. Ovviamente questo convegno non si conclude con alcun documento finale» ha spiegato l'arcivescovo milanese.

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Molto più articolato, invece, l'intervento del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi già protagonista di incontri simili in altre diocesi italiane e sempre per parlare dei rapporti burrascosi tra Chiesa e Massoneria e tentare di sciogliere i nodi. «La verità è (…) che io sono andato all’asilo grazie a un curato di campagna; che ho fatto le scuole medie grazie a un prete che voleva aiutare i figli di operai, fabbri, camionisti; che ho fatto il primo giornale stampato grazie al parroco del quartiere (...) Il tema mi appassiona da tempo. Vorrei che il prelato, l’uomo di Chiesa che ho davanti, non avesse paura di me e vorrei, io, non aver paura di lui.

E' stato anche citato il cardinale Carlo Maria Martini, gesuita, biblista ed ex arcivescovo di Milano quando diede una risposta sul Corriere della Sera ad un lettore che gli scriveva: «"Io sono ateo ma vedo la Bellezza intorno a me”. Martini gli rispose: “Io di fede cattolica e lei ateo siamo in fondo uniti dallo stesso stupore del Creato”». Bisi ha aggiunto: «Questo messaggio, che è anche una risposta universale, mi sembra ancora oggi molto bello. Il mio augurio - che è anche una speranza - è che un giorno un Papa e un Gran Maestro possano incontrarsi e fare un pezzo di strada insieme, alla luce del sole. Mi viene da dire alla luce del Grande Architetto dell’universo». 

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C'era stato anche un carteggio avvenuto nel 2016 con il cardinale Gianfranco Ravasi su Il Sole24Ore: «Gli inviai una lettera dopo la pubblicazione del suo articolo dal titolo “Cari fratelli massoni” sul quotidiano. In quella circostanza auspicai anch’io la via del dialogo e del confronto partendo dalle cose che in qualche modo uniscono le due istituzioni. (…) Papa Francesco ha fatto la famosa dichiarazione “chi sono io per giudicare?” all’inizio del suo pontificato rivolta agli omosessuali, ha poi ha aperto le porte ai divorziati ma si è dimenticato che fra i massoni ci sono anche tanti cattolici ai quali è impedito di ricevere la comunione e quando si è trattato di concedere le credenziali a un ambasciatore massone ha detto “no”».

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