Perugia, in via Oddi Sforza e la vista su tossici e siringhe. «Sono una ventina». E Fontivegge chiede ancora lo sgombero

La palazzina di via Oddi Sforza
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Settembre 2023, 07:00

PERUGIA - Brutte facce. Corpi disfatti in vendita per pochi euro. Volti segnati da una vita di dosi. Magari pagate anche spacciando o facendo la cresta sui grammi venduti. Di certo facce che ormai a Fontivegge, chi ci vive, riconosce da lontano. E diverse di quelle facce adesso hanno trovato un tetto proprio nella palazzina di via Oddi Sforza, in quei quattro piani abbandonati diventati rifugio per balordi e spacciatori.

Il problema è noto, sia in questura che a palazzo dei Priori, e diversi sono stati i tentativi di tranquillizzare i vicini in quella terra di mezzo tra la stazione e le ville di via XX Settembre: sgomberi, chiusure, richiami alla proprietà, controlli. Ma quello ormai definito come “albergo occupato Oddi Sforza” continua a mettere ansia in chi passa sotto quelle finestre, aperte e rimesse su. Solo pochi giorni fa agenti della polizia di Stato e della polizia locale sono entrati nella palazzina ma «all’interno dello stabile – è stato spiegato da via del Tabacchificio -, non è stata rilevata la presenza di persone».
Magari tutti usciti alla ricerca di affari poco chiari. Perché i racconti di chi vive intorno alla palazzina parlano ancora di lenzuola usate per delimitare gli spazi, di tossici con la siringa nel braccio visti dalla finestra a colazione. Ma soprattutto di un via vai che non accenna a spegnersi, nonostante i controlli e l'attenzione che Comune e polizia stanno assicurando contro il degrado dell'albergo occupato.
I residenti hanno paura, non vogliono esporsi – anche per paura di rappresaglie – e allora affidano paure e preoccupazioni ai rappresentanti di Progetto Fontivegge. È Andrea Fais infatti a spiegare come «residenti dell'area continuano a segnalare accessi e occupazioni abusive nella palazzina.

Dallo scorso luglio, il numero delle presenze è variato nel tempo ma si parla di una quantità compresa all'incirca tra le 10 e le 20 persone, in gran parte spacciatori e tossicodipendenti, che hanno addirittura installato tendaggi di fortuna alle finestre dello stabile, cantierizzato appena un anno fa».

Quel che resta del cantiere è sotto gli occhi di tutti: reti spaccate e dissuasori in legno aperti come porte, con la visione di ciò che accade in quei quattro piani che diventa uno spettacolo degradante e inquietante per chi abita lì intorno. «Il cartello dei lavori, la cui affissione è obbligatoria per legge – prosegue Fais -, è stato rimosso già da tempo. Sebbene siano recentemente giunte rassicurazioni dai proprietari del fabbricato, residenti e commercianti della zona sono costretti a convivere con la paura di essere sopraffatti da una o più di queste persone». La nuova proprietà, infatti, avrebbe rassicurato anche il Comune sulla volontà di porre riparo alla situazione, ma Fontivegge non riesce più ad aspettare e chiede, ancora una volta, date e progetti certi. «Secondo Progetto Fontivegge – chiude uno dei suoi rappresentanti più noti -, lo sgombero definitivo e la messa in sicurezza dell'area sono priorità immediate ed inderogabili, da effettuare al più presto onde evitare che la situazioni si calcifichi, dando vita a un nuovo covo di degrado permanente».

© RIPRODUZIONE RISERVATA