Non cimeli qualunque ma due elementi, in particolare, che raccontano i fasti del periodo d’oro del Gran Caffè. In casa Salvatori è infatti conservato il panno verde del biliardo del 1928 e una porzione del bancone storico del Gran Caffè col suo piano speciale di marmo. Il panno verde ha un elemento identificativo che riassume il «Centro del Mondo». C’è, infatti, segnato il punto esatto dove veniva posizionato il birillo rosso, l’elemento focale intorno cui ruota la tradizione di Foligno quale «centro del mondo». Quel panno lasciò il posto ad un nuovo telo su cui giocare quella disciplina, appunto il biliardo, che all’epoca veniva considerato un divertimento d’elite. Negli anni anche i biliardi vissero alcuni avvicendamenti necessari per avere «campi di gioco» sempre più all’avanguardia. Una necessità obbligatoria visto motivata dal fatto che al Sassovivo si confrontavano i migliori giocatori di sempre. e tutti sceglievano il biliardo centrale per le partite clou. da quel panno verde del 1928 al biliardo centrale, l’ultimo presente in quel ruolo al Sassovivo, oggi di proprietà dell’avvocato Giovanni Picuti, di anni ne sono trascorsi molti. La questione della centralità di Foligno, che ha nel birillo rosso la sua massima sintesi, è tornata di grande interesse. Dal post che Picuti ha affidato ai social network, al primo panno verde che raccolse le mosse dei primi giocatori di biliardo al Sassovivo sembra trascorsa un’era. Ma non è così visto quanto questo dibattito continua a registrare scoperte, opinioni e sorprese. Ora si dovrà capire se l’ipotesi di realizzare un contenitore per la folignalità, che comprende anche la tradizione del Sassovivo, del birillo rosso e del «centro del mondo», negli spazi del foyer dell’ex Teatro Piermarini, a pochi metri dalla sede storica del Gran caffè, diverrà concreta.
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