Vaccino anti Covid, prima fase per 16mila. Frigoriferi già pronti

Vaccino anti Covid, prima fase per 16mila. Frigoriferi già pronti
di Luca Benedetti
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Lunedì 14 Dicembre 2020, 08:15

PERUGIA - I conti fatti dal commissario Domenico Arcuri dicono che per l’Umbria le persone da vaccinare per la fase 1 sono 16.285. Le dosi che saranno somministrare agli anziani delle Rsa e al personale sanitario degli ospedali.
Sono quattro gli ospedali dove verranno stoccati i vaccini a meno ottanta gradi, Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello. L’Umbria in attesa che la gara del commissario vada in porto per la fornitura dei frigoriferi da 130 litri per contenere le dosi di vaccino che saranno consegnate prima di essere somministrate, ha già fatto da sola. Trovando, da quanto risulta al Messaggero, i frigoriferi in grado di stoccare, nei quattro ospedali prescelti, almeno una parte della dotazione di vaccini.
Per la Fase 1 gli operatori sanitari degli ospedali verranno vaccinati (la vaccinazione non è obbligatoria)in tutti i presidi della regione. Quindi anche gli altri presidii, compresi quelli di comunità che vanno oltre il, circuito dei quattro ospedali scelti per lo stoccaggio dei vaccini anti Covid-19. Scelta logica per non fra muovere il personale. Stesa scelta fatta per il personale e gli ospiti delle Rsa.
I LUOGHI
Per la fase 2, invece, sono in fase di individuazione dodici luoghi(,a Perugia potrebbe averne due), tanti quanti sono i distretti territoriali in cui è suddivisa la sanità territoriale. Luoghi scelti con alcune caratteristiche precise: un parcheggio, un ingresso e una uscita e un locale dove far trascorrere i tradizionali venti minti una volta fatto il vaccino. Nelle prossime ore è previsto un nuovo incontro operativo tra la struttura del Commissario Arcuri e le task force delle Regioni per mettere a punto i dettagli. Compresa l’operazione dei gazebo.
Con la seconda fase nei luoghi prescelti per la somministrazione avranno la precedenza gli anziani che non vivono nelle Rsa e il personale della sanità territoriale. Per tutti somministrazione nei punti individuati nelle zone distrettuali della regione.
I NUMERI
Gli ultimi dati resi noti ieri dalla Regione raccontano come non si ferma il numero dei morti da Coronavirus. Se ne aggiungono altri nove (quattro di Terni, due di Assisi e uno di Nocera Umbra, Corciano e Bastia Umbra) alla lista che dall’inizio dalla pandemia ha toccato quota 526. Il tasso di letalità del virus in Umbria dal primo ottobre è lo stesso del dato nazionale: 1,86; mentre la media mobile dei decessi sui sette giorni è stabile a 9,4.
Ieri i positivi individuati sono stati 145 a fronte di 2.203, mille in meno rispetto al giorno precedente. Nei dati resi noti sabato i positivi avevano toccato 211. Il tasso di positività resta stabile al 6,6%. Scendono i casi di positività, ma scendono anche i tamponi effettuati.
Una caduta importante: -25% rispetto alla settimana precedente. Addirittura meno 40% se il confronto avviene nell’arco di 14 giorni. La media mobile sui 7 giorni dei casi è in discesa per il terzo giorno consecutivo e tocca quota 149,4.
Cresce il numero di guariti, che passa da 20.644 a 20.856. Cioè altri 212 umbri si sono lasciato il virus alle spalle. Gli attualmente positivi sono 4.808. Secondo i dati di sabato, invece, erano 4.884. Sono 6.395 le persone in isolamento.
NEGLI OSPEDALI
Sul fronte dei ricoveri sono in tutto 339 (11 in meno rispetto al dato di sabato), dei quali 45 in terapia intensiva dove sono stati liberati 4 posti. In Umbria le Terapie Intensive hanno un indice di occupazione dei posti da parte dei Malati Covid-19 pari al 35%. Un dato che scende del 3 per cento, secondo Agenas, e che è migliore del dato nazionale di ieri (36%) anche se il dato del 30% che fa scattare l’allarme è ancora lontano.
Scende al 39% il tasso di occupazione dei posti letto occupati da malati Covid-19 per l’area non critica(malattie infettive, pneumologia e medicina generale). Un uno per cento i meno che porta i reparti degli ospedali umbri al di sotto della soglia del 40% dove scatta la zona critica. Il dato nazionale, pur in calo, è del 42%. Quindi dati che sono lontani dai picchi delle scorse settimane e che dimostrano come le misure di contenimento hanno avuto un loro effetto positivo anche se resta elevato il numero giornaliero dei morti.

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