Gioco d'azzardo, banchiere confessa:
«Rubato soldi in ufficio per le macchinette»

Gioco d'azzardo, banchiere confessa: «Rubato soldi in ufficio per le macchinette»
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Giovedì 14 Novembre 2013, 18:53 - Ultimo aggiornamento: 19:28
PERUGIA - Storie drammatiche. Che parlano di come il mondo possa crollarti addosso quando sei schiavo del gioco d'azzardo, quando ne sei dipendente al pari di un tossicodipendente o di un alcolista. Storie scioccanti, come quella di un banchiere: Ho preso soldi in ufficio per giocare alle macchinette.





La confessione choc arriva direttamente dai centri Asl dell'Umbria, dagli operatori delle Asl di Perugia, Foligno e Terni (Claudia Covino, Cinzia Borgonovo, Antonella Lucantoni, Mara Giglioni, Luciano Bondi e Sara Biscontini) riuniti a Palazzo Cesaroni durante un'audizione della Commissione d'inchiesta su criminalità organizzata e tossicodipendenze del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Brutti, che ha toccato il delicatissimo tema della Ludopatia.



Il dipendente della banca in questione, racconta un operatore Asl, arrivato al fondo della propria disperazione ha iniziato «a rubare i soldi in ufficio, i soldi dei clienti, per poter continuare a giocare e riuscire a ripianare le immense perdite economiche che ho accumulato». Una situazione diventata drammatica, insostenibile, che ha coinvolto inevitabilmente tutta la famiglia. «In questo caso, come in tanti altri - raccontano ancora gli operatoi delle Asl del Perugino, Folignate e Ternano - specie quando sono coinvolti gli uomini, le mogli prendono decisioni drastiche ma necessarie per salvaguardare la sicurezza dei figli e per continuare a dargli un tetto sotto cui vivere».



Baristi e gestori come bancomat. Pesantissime situazioni economiche spesso alimentate, raccontano ancora gli operatori in Commissione regionale, anche da chi gestisce i bar e i locali in cui si trovano slot machine e macchinette. «Raccontano che anche mentre giocano gli viene offerto un prestito. Ci sono baristi che si avvicinano e gli dicono "ti servono soldi, vuoi qualcosa per giocare?". Un utente ha confessato che un gestore nel proprio locale gli ha detto tieni, gioca questi epr me».



Oltre 700 milioni. Questo, il "gettito" dall'Umbria in fatto di gioco d'azzardo legalizzato, gestito dallo Stato. I numeri sono stati forniti nel corso dell'incontro da Donato Lecci, rappresentante dei Monopoli di Statto per l'Umbria, presente assieme al colonnello Vincenzo Tuzi, comandante provinciale della guardia di finanza, che ha sottolineato come fin qui quest'anno siano state effettuati 88 controlli in strutture con macchinette, e di queste sei sono risultate irregolari.
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