Ad accoglierlo il direttore, Bernardina Di Mario, e il comandante della polizia penitenziaria, Fulvio Brillo. Dopo l'incontro con il personale, il porporato, accompagnato dai cappellani don Cesare Piazzoli e don Saulo Scarabattoli e da un nutrito gruppo di volontari dell'Associazione perugina di volontariato (Apv) promossa dalla Caritas diocesana, ha incontrato i detenuti e poi le detenute. Salutando personalmente ognuno di loro, sottolinea la diocesi in una nota.
«Ciascuno ha avuto una parola da dirmi - ha commentato il cardinale Bassetti - e questo è il cuore della vita di queste persone che vivono un'immensa sofferenza interiore. Come vescovo ho una 'grande famiglià da seguire e voi - ha aggiunto rivolgendosi ai detenuti - siete al suo primo posto».
Un altro giovane detenuto gli ha chiesto la confessione dei peccati ed un altro ancora, di religione musulmana, gli ha detto: «c'è un solo Dio che ci accomuna tutti». Una detenuta ha poi salutato il cardinale dicendogli di avere conosciuto la fede. «E oggi sono più in pace con me stessa e ho imparato a volermi bene». Un'altra gli ha poi consegnato un piccolo dono-ricordo dell'incontro a nome delle detenute presenti con scritto «salire di più, per servire di più con la stessa preghiera - Le ristrette del nuovo Complesso di Capanne Perugia». Al porporato è stato anche consegnato un biglietto con scritto «ci dà la vita e la forza e tanta fede dentro di noi e il suo spirito aiuta la nostra speranza». E un'altra ancora ha voluto regalargli una piccola coroncina del Rosario con un bigliettino con scritto «Essere legati tra noi e con Maria».
I detenuti e le detenute hanno chiesto al cardinale di aiutarli. «Tutto l'aiuto - la sue risposta - con la mia preghiera e con l'affetto. Hanno bisogno di tanta umanità e si sono avvicinati per salutarmi, ma anche per dirmi una parola all'orecchio, farmi partecipe di quello che avevano dentro e qualcuno anche il pentimento. È stato un momento di grande verità».
La direttrice Di Mario ha sottolineato come la scelta del carcere come prima tappa delle visite pastorali da cardinale «non è casuale, testimoniando l'attenzione che vuole riservarci, affinchè i principi di giustizia, carità, dignità e solidarietà, trovino effettiva e concreta attuazione fuori e dentro il carcere».
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