Jindall fa muro, gli operai occupano la Treofan

Jindall fa muro, gli operai occupano la Treofan
di Lorenzo Pulcioni
3 Minuti di Lettura
Martedì 9 Febbraio 2021, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 14:20

TERNI Precipita la trattativa per salvare la Treofan. E’ durata appena 20 minuti la call tra i sindacati e il liquidatore della Jindal che non ha accolto le richieste dei lavoratori e ha confermato la volontà di portare via i macchinari dallo stabilimento ternano. E gli operai occupano la fabbrica. Addirittura la stessa azienda ha smentito il suo liquidatore, presentando un’offerta ancora più bassa di quella avanzata in un primo tempo. Dalle 6 mensilità di incentivo all’esodo prospettate dal liquidatore nel precedente incontro e dopo la richiesta di 10 mensilità avanzata dai sindacati, la Jindal per bocca del suo rappresentante è scesa ad offrire appena 4 mensilità. In serata i lavoratori sono andati al Liberati, dove giocava la Ternana, con uno striscione di protesta, Stamattina è prevista un’assemblea dove verranno decise le azioni da intraprendere. Quel che è certo è che domani, mercoledì, nell’incontro previsto al Ministero del Lavoro non ci sarà il liquidatore della Jindal e soprattutto non ci sarà alcun accordo. Difficile, per non dire impossibile, scongiurare la procedura di messa in liquidazione e quindi il via libera alle lettere di licenziamento per i 142 lavoratori dello stabilimento ternano a cui non resta altro che 12 mesi di cassa integrazione garantite dallo Stato. Ma soprattutto, ed è l’aspetto più pesante, nessuna disponibilità da parte della proprietà di lasciare i macchinari a Terni. Questo penalizza fortemente la possibilità di cercare nuovi acquirenti. L’obiettivo di lavoratori e sindacati era quello di garantire la continuità produttiva del sito, mentre la rottura definitiva delle trattative vorrebbe dire per i dipendenti licenziamento e un anno di Cig senza prospettiva. E senza liberatoria sull’incentivo all’esodo c’è anche il rischio di una lunga battaglia legale. I rumors su un possibile interessamento per il polo chimico ternano, rimbalzati da ambienti vicini al Ministero, Confindustria o dal mondo cooperativo, passavano ovviamente attraverso la disponibilità di Jindal a lasciare gli impianti. Un colpo durissimo mentre c’è chi parla del progetto di centrale fotovoltaica di Edison Solar o di puntare sulla ricerca per quanto riguarda la Novamont: «Bisogna concentrarsi su Treofan, non possiamo perdere pezzi per strada - tronca Sergio Cardinali della segreteria nazionale della Filctem Cgil - non si tratta di essere contro la centrale fotovoltaica o a favore, ma di capire il sistema energetico migliore per trovare il giusto equilibrio. La centrale Edison di turbogas combinato, energia e vapore, è sotto utilizzata perchè il consumo è troppo basso per tenerla economicamente sostenibile e in marcia. Se lo fosse, grazie a quella centrale il tema dell’energia a Terni sarebbe risolto.

Servirebbe mettere dentro il polo chimico un po’ di aziende e creare il consumo interno. Ma ora è tutto in alto mare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA