Trent'anni di teatro e jazz: cultura record a Orvieto
Il 28 gennaio parte UmbriaJazz Winter

Trent'anni di teatro e jazz: cultura record a Orvieto Il 28 gennaio parte UmbriaJazz Winter
di Monica Di Lecce
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Martedì 26 Dicembre 2023, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 11:51

Per me il Mancinelli non è un teatro, è molto di più. E' il luogo che mi ha fatto scoprire l'indirizzo da dare alla mia vita». E' con grande emozione che Pino Strabioli, il direttore artistico, parla del teatro Mancinelli e del suo importante compleanno: trent'anni dalla riapertura del '93 dopo un lungo intervento di restauro. Un compleanno che condivide con Umbria jazz winter, la rassegna invernale di Umbria jazz, che ha la sua stessa età. Il trenta diventa un numero quasi magico a Orvieto per queste due ricorrenze importanti che caratterizzano l'offerta culturale della città in questo periodo.

IL FASCINO

«E' frequentando il Mancinelli - ricorda ancora Strabioli - che ho capito il fascino del teatro, la forza attrattiva di questo mondo misterioso. Da piccolo ero incantato nel vedere queste persone che venivano a teatro e il giorno dopo sparivano». I ricordi di spettatore si intrecciano ora con quelli di direttore artistico. «Sono stato da bambino uno spettatore affezionato, poi da adulto, ogni volta che venivo a trovare i miei genitori, tornavo in questo posto. Guardando al passato, la direzione artistica per me era un punto irraggiungibile. Negli anni da attore e regista ho cercato di dare un contributo speciale al teatro».

GLI ATTORI

Il Mancinelli è rimasto nel cuore non solo a Strabioli ma anche a diversi attori che, nel corso degli anni, lo hanno scelto per mettere in scena le prime dei loro spettacoli. «In questo senso racconta ancora Pino Strabioli il Mancinelli ha una sua tradizione. Qui sono passati attori del calibro di Rossella Falk, Valentina Cortese, la compagnia Orsini, Gabriele Lavia. Ma anche Ranieri, Salemme, Solfrizzi». Per Vincenzo Salemme, il teatro Mancinelli e Orvieto sono quasi una seconda casa. «Sono trent'anni che vengono a debuttare con le prime dei miei spettacoli, compreso l'ultimo, "Natale in casa Cupiello" al Mancinelli dice in un video realizzato per gli auguri al teatro il posto è meraviglioso, il palcoscenico bellissimo, tecnicamente perfetto e poi il pubblico Fossi d'Orvieto? Secondo me sono nato qui e non lo so scherza l'attore con Strabioli, che lo "propone" per la cittadinanza onoraria - Orvieto è un po' anche la casa mia». Il direttore artistico sottolinea una serie di fattori che rendono il Mancinelli così attrattivo. «La posizione geografica, la bellezza di questo teatro all'italiana, l'acustica, l'accoglienza e l'ospitalità della città di Orvieto dice Pino Strabioli sono condizioni perfette per gli attori, tanto che nel corso degli anni le richieste sono aumentate. Lo stesso Salemme l'ultima volta si è fermato in città una ventina di giorni». Il direttore artistico non guarda ora ai trent'anni del Mancinelli come a un traguardo. «Il teatro dice è un flusso, un flusso continuo. Dopo il Covid c'era voglia di uscire, di rinascere e il teatro è rinato. La gente ha voglia di sentire raccontare delle storie e il teatro ha fatto, fa questo. In questi anni prosegue Strabioli c'è stato un bel lavoro di scambio e di fiducia con l'amministrazione comunale. Questo spazio di libertà mi ha consentito di fare belle stagioni con le commedie ma anche sperimentazione che il pubblico ha apprezzato». «Costruire e coordinare una stagione culturale capace di integrare più realtà era l'obiettivo che ci eravamo dati sin dall'inizio del mandato spiega la sindaca Tardani - Oggi possiamo dire di avere costruito una gestione virtuosa che assicura qualità e sostenibilità dei costi». Sulla serata più emozionante di questi anni, Pino Strabioli non ha dubbi: «è stata certamente la serata in ricordo di Anna Marchesini. C'era tutta la città».

FORTUNA

Orvieto porta e ha portato bene per il debutto non solo degli attori ma anche di altri artisti. Tra questi Cecile McLorin Salvant, la cantante americana che debuttò in Italia con Umbria Jazz winter e che quest'anno tornerà per il trentennale del festival. La kermesse, in programma dal 28 dicembre al 1° gennaio, ricalcherà la formula collaudata che ripropone location e orari estesi: cinque giorni di festival, circa 140 ore di musica, 22 band, 79 eventi, circa 140 artisti e 6 location, una mostra, un annullo filatelico speciale, una guida e una grande festa in piazza per salutare l'arrivo del nuovo anno. Umbria jazz winter è nato nel 1993 quando Uj viveva una fase di grande crescita. Il festival era maturo per giocare una nuova scommessa: una manifestazione "gemella", da svolgersi in inverno, nel periodo tra Natale e Capodanno coprendo un "buco" nell'offerta culturale e turistica dell'Umbria. La scelta ricadde su Orvieto per la bellezza del centro storico, la disponibilità di location adeguate, la posizione geografica. Una scelta che ha premiato. «In 30 anni Umbria Jazz ha dato tanto alla città in termini di crescita culturale e di dimensione internazionale commenta la sindaca Tardani - Ma allo stesso tempo Orvieto è stata il valore aggiunto che ha dato al festival un contesto unico e identitario».
Monica Di Lecce
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