Terni. "Tic festival" fa centro ma non riempie i locali

Terni. "Tic festival" fa centro ma non riempie i locali
di Aurora Provantini
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Lunedì 15 Aprile 2024, 09:42

LA QUESTIONE

Ristoranti pieni «come in un normale fine settimana di inizio estete». Per Tania Spadoni (il Vinaio) l'effetto Tic festival non c'è stato. «Abbiamo avuto tanta gente in questi tre giorni, è vero, ma gente del posto, i nostri clienti abituali. Spiace invece per i colleghi di piazza della Repubblica e piazza Europa, che non hanno potuto lavorare». «La manifestazione fa eco Alessandro Paolucci (Ristò da Ale) - già alla sua seconda edizione, ha attratto un pubblico variegato. Tantissimi giovani insieme a personalità del mondo dello spettacolo e dello sport che hanno mangiato, magari anche solo un gelato o un pezzo di pizza, e hanno passeggiato per le vie del centro città. Quindi movimento c'è stato e al ristorante qualcuno c'è andato, ad esempio gli organizzatori del festival. Peccato per le due piazze prese dall'evento. Peccato perché non si è riusciti a far convivere il villaggio dello street food con le attività all'aperto dei bar».

 

Ma quelle, hanno promesso "vendetta".

La più grande in termini di occupazione di suolo pubblico, il Caffè Repubblica, ha messo mano agli incassi di una tre giorni di primavera con temperature simili a quelle attuali e ha preparato il triste elenco di scontrini di venerdì, sabato e domenica senza tavolini all'aperto, per procedere alla richiesta di risarcimento al Comune di Terni. «Una azione civile e contemporaneamente un esposto alla Corte dei Conti» - hanno deciso i titolari. Il tempo di elaborare le idee e di guardare la contabilità certo non gli è mancato: con la sospensione dell'autorizzazione per l'occupazione di suolo pubblico comunicata con anticipo "zero" (48 ore) anche i dipendenti si sono ritrovati a fissare i truck dello street food. «Si, beh strano che proprio i bar centrali siano stati penalizzati. Però il festival ha fatto girare gente nuova il commento di Luca Calvani, che ha la caffetteria in corso Vecchio - e ha offerto occasioni di incontro e divertimento a persone di ogni fascia di età».

 

E un ritorno c'è stato? «Certo che sì. Già il fatto che ho un bel disegno di Mark Kostabi sullo specchio della cioccolateria è un bel ritorno. Poi tutti quei giovani con i telefoni cellulari che quando entrano sanno già tutto di te, è entusiasmante. Io il telefono lo uso poco e mi accorgo delle chiamate la sera quando chiudo, ma questi giovani sono attivissimi e molto informati. Quando hanno varcato la soglia del mio locale sapevano cosa trovare e, ovvio, cosa consumare». Benissimo è andata addirittura a Stefano Amici, con il bar (Pazzaglia) all'inizio di corso Tacito: «Ho avuto a pranzo e a cena tanti influencer che non sapevo fossero influencer, ma si sono presentati e quindi ho fatto la loro conoscenza. Un bel fine settimana di lavoro paragonabile al Weekend di fine estate di Umbria Jazz, ma senza musica. Un evento a cui metto volentieri un like». Diversamente bene, nel senso che almeno ha passato una domenica a casa, è andata a Paolo, della pizzeria Europa, che senza tavoli all'esterno e con tutti quei truck davanti alla sua attività, ha preferito restare chiuso come la profumeria che gli sta accanto.

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