Padre Martino Siciliani: «Si è attivata una faglia non ad alto rischio»

ll direttore dell’Osservatorio sismologico Bina di Perugia: «In quella zona un paio di volte ci sono stati episodi con magnitudo superiore, ma mai disastrosi».

Padre Martino Siciliani
di Luca Benedetti
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Venerdì 10 Marzo 2023, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 20:00

Padre Martino Siciliani è il direttore dell’Osservatorio sismico "Bina" di Perugia. Al telefono parla con calma dopo la botta da 4.3 di magnitudo di ieri pomeriggio.
Padre Martino, che caratteristiche ha la zona dove c’è stata la scossa?
«Era ed è una zona che potremmo definire tranquilla. Nella nostre ricerche basate sulle storie dei terremoti, si è attivata un’area in cui il massimo delle scosse è di questa entità. Un paio di volte ci sono stati episodi con magnitudo superiore, ma mai disastrose».
Questo che significa?
«Innanzitutto che i danni, dove ci sono, sono minimi e che l’evento non ha avuto un andamento a rischio. Anche le repliche, almeno fino a questo momento, sono state tutte strumentali. Questo non significa che non si potranno avere altre scosse più consistenti. Ma l’andamento dei decenni passato è stato quello: poche scosse e di basso livello».
Dalle segnalazioni dei cittadini spaventati sembra che la scossa si sia avvertita più a sud dell’epicentro che a nord. È possibile?
«Il fatto è legato alla distanza dell’ipocentro. Perugia è più vicina e ha una struttura sismotettonica diversa. Questo l’abbiamo potuto misurare con la rete accelerometrica che misura la risposta del territorio a una scossa».
Padre Martino, analizzando i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, si nota come ieri mattina ci sono state una decina di piccole scosse con epicentro a Città di Castello e San Giustino, c’è un legame con la scossa di Umbertide?
«No. Si tratta di due strutture diverse. Una al di qua e una al di là dell’Appennino. Non si può ipotizzare un collegamento tra faglie».

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