Terni, l'inceneritore Printer sta per ripartire
e si alzano le polemiche

Terni, l'inceneritore Printer sta per ripartire e si alzano le polemiche
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Mercoledì 23 Aprile 2014, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 16:30
TERNI - Dal cantiere spuntano le gru che lavorano al revamping e in citt torna ad alzarsi il suono dei tamburi di guerra contro l’ipotetica riapertura dell’inceneritore. I tempi della battaglia contro i “tre camini” di Maratta sembrano lontani, ma gli impianti sono rimasti lì, ad eccezione del vetusto inceneritore Asm costretto ad arrendersi stretto dalla tenaglia dell’obsolescenza e dell’intervento della magistratura.



Chi attira l’attenzione degli oppositori, un comitato del “no inceneritori Terni” è più vivo che mai e annuncia per domani mattina una conferenza stampa ricca di spunti e di rivelazioni, è in questi giorni la Printer. L’impianto nato sulle “palafitte” per sfuggire ai divieti della legge Sarno (rischi di esondazione del Nera) e che mai è riuscito ad entrare in produzione vista la delicatezza e le complicazioni della tecnologia della pirolisi, oggi sembra di nuovo sul punto di ripartire.



A riprendere in mano l’impianto è la holding ravvenate che fa capo al gruppo Tozzi, impegnato nel settore della produzione di energia in diverse parti del mondo. Printer, in forza di un’autorizzazione decennale rilasciata nel 2009, potrebbe bruciare pulper di cartiera, carta di linoleum e materiali assimilabili alle biomasse. Gli iter autorizzativi per la ripartenza dell’impianto dopo il revamping (ristrutturazione) non sarebbero però ancora tutti completati. Ma c’è, a rendere ghiotto il piatto, tutta la partita degli incentivi, a fronte di tempi che non dovrebbero durare all’infinito. Insomma la questione, tra l’altro in un periodo sensibilissimo come può essere la campagna elettorale, rischia di accendersi.



Di attirare l’attenzione e quindi anche far scatenare polemiche. Non perde l’occasione Enrico Melasecche per rilevare come «questa amministrazione non ha mai speso una parola per bloccare un impianto inutile quanto dannoso per la città, ma, come già Raffaelli fece di tutto per farlo costruire, la giunta Di Girolamo alla conferenza dei servzi indetta per valutare l’opportunità di farlo riaccendere, ha, con Provincia e Regione dato tutte le autorizzazioni necessarie alla riapertura per molti anni ancora».



Con il comitato del no che pressa e che domani metterà sul piatto i suoi argomenti per contrastare l’apertura del secondo inceneritore (l’ex Terni Ena ora Aria funziona regolarmente da diverso tempo) l’argomento dei fumi di Maratta, che magari non è più quello di dieci anni fa, è però destinato a produrre nuovi “fuochi” polemici
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