Terni, indagine della Procura
su vendita delle farmacie comunali
un affare da nove milioni di euro

Terni, indagine della Procura su vendita delle farmacie comunali un affare da nove milioni di euro
di Corso Viola di Campalto
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Dicembre 2017, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 19:15
TERNI Questa volta a finire nel mirino della magistratura ternana è l’iter di vendita delle farmacie comunali ai privati per circa 9 milioni di euro che sta sbarcando in questi giorni in Consiglio comunale per il via libera definitivo. Un’indagine che si trova nella fase embrionale «a carico di persone ignote» e che ha dato il via ai primi interrogatori. Ma che presto potrebbe vedere i primi indagati con l’accusa tutta da dimostrare di abuso di ufficio e tentativo di turbativa d’asta. L’indagine tocca marginalmente l’operazione Spada sugli appalti comunali, che il 2 maggio scorso ha portato il sindaco Leopoldo Di Girolamo agli arresti domiciliari, poi revocati dal Riesame e all’avviso di conclusione indagine per esponenti dell’attuale e della precedente amministrazione. In quel caso i filoni dell’inchiesta, coordinata dal pm Raffaele Iannella, sono stati tre: verde pubblico, cascata delle Marmore e verde cimiteriale. Ora, ne nasce uno ex novo grazie alla lettura attenta delle carte già finite in mano alla magistratura, ma anche delle mail e dei file trovati nei computer e nei telefonini di alcuni indagati per le altre inchieste. Sarebbero, infatti, spuntati elementi ritenuti dagli inquirenti interessanti e sufficienti per aprire il fascicolo. A corroborare le indagini soprattutto gli esposti presentati da chi pensa che si tratti di una vendita non chiara e a cifre non rispondenti alla realtà.
L’operazione di cessione della società che gestisce le dieci farmacie municipali del capoluogo e che dà lavoro a 44 dipendenti rappresenta il principale pilastro della manovra di riequilibrio dei conti del Comune bocciata dalla Corte dei Conti e che ora attende in pronunciamento delle sezioni riunite della Corte dei Conti di Roma previsto il prossimo 24 gennaio, dopo che l’udienza di dicembre è saltata perché assente giustificato l’avvocato di palazzo Spada Aristide Police. Piano che la giunta sta comunque modificando attraverso l’accesso al Fondo di rotazione, che potrebbe essere erogato dal Ministero dell’Economia entro luglio. Ma che prevede comunque la vendita delle quote di FarmaciaTerni Srl, ritenute un asset non più strategico.
Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura, come detto, tutto l’iter attivato dall’amministrazione comunale di Terni per la vendita delle quote societarie. L’attenzione degli inquirenti è anche sulla perizia commissionata dal Comune che ha indicato come la società abbia un valore compreso tra i 10 e i 10,6 milioni di euro e il giro d’affari stimato per la durata dell’affidamento previsto, che è di 25 anni, è di circa 362 milioni di euro. Un valore quantificato da un perito nominato dal Comune e pagato 30 mila euro.
Una vendita che non sarà totale, visto che il Comune manterrà una quota del 10 per cento che dovrebbe garantire all’ente una rappresentanza nell’organismo di controllo della società. Con la base d’asta di 7,2 milioni circa per la prima tranche di quote e ulteriori 2 milioni per la seconda.
LE RAZIONI DEL SINDACO E DEL PD
Indagine sulla vendita delle farmacie comunali, il Comune si difende sottolineando la correttezza delle procedure. «Il Comune di Terni ritiene di aver seguito in maniera corretta tutte le procedure di legge. La decisione di procedere alla alienazione di un bene da tempo non più strategico per l’Ente è contenuta nel Documento di programmazione strategica del 2016 ed è formalizzata con la delibera di Consiglio comunale 430 del 28 dicembre 2016 inerente il piano di riequilibrio finanziario dell’Ente. Con questo vengono anche individuate le modalità di alienazione: cessione della quota di maggioranza, pari al 70%, tramite una procedura pubblica per reperire il socio privato», spiega il Comune che aggiunge: «In base a questo e ad altri atti successivi l’amministrazione comunale si è attivata per l’individuazione, sempre tramite procedura ad evidenza pubblica, dell’operatore economico a cui conferire l’incarico di redazione di valutazione economica della quota di partecipazione di maggioranza. E’ stata redatta dalla direzione Aziende e Patrimonio una determina a contrarre in data 31 marzo 2017. E’ stata adottata una procedura comparativa per il procedimento dell’incarico. Ha fatto seguito una procedura negoziata aperta, sono pervenute nei termini previsti dall’avviso sei proposte, ne sono state eliminate due per non conformità alla lettera di invito, hanno partecipato 4 soggetti. Tra questi la commissione del Comune di Terni, in data 8 giugno 2017, ha individuato quale aggiudicatario un costituendo Rti formato da due professionisti, una di Terni, l’altro di Pavia. Il criterio di selezione è stato quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’Ente, ai sensi dell’art.95 del Codice degli appalti».
La nota del Comune entra anche nel dettaglio tecnico. «Con un ribasso di 8 mila 502 euro, rispetto ai 30 mila iniziali, è stato conferito l’incarico ai due professionisti. La perizia giurata di stima finalizzata alla valutazione del capitale economico della società della farmacia Terni Srl è stata consegnata in data 17 luglio 2017. Tutte le stime fatte, così come ogni altra valutazione contenuta all’interno della perizia, sono opera e responsabilità dei firmatari del documento giurato davanti al cancelliere del Tribunale di Terni». E Conclude: «Il Comune, quindi, come da legge e procedure, ha preso atto del valore della stima con la delibera di Giunta comunale n.229 del 17 agosto, approvando le linee guida per avviare le procedure della dismissione quote FarmaciaTerni srl». Le segreterie provinciali e comunali del Pd affermano che «sosteniamo il sindaco e il gruppo consiliare ad andare avanti certi che è solo così che si risponderà alle sfide future che ci attendono».
© RIPRODUZIONE RISERVATA