TERNI - Due vassoi d’alluminio riempiti di carbonella e diavolina sistemati nella doccia.
Le finestre di casa sigillate col nastro adesivo per garantire che l’intossicazione andasse a buon fine e un foglio di carta appeso sul muro, che avvisa chi entra in casa di fare attenzione e di chiamare il 112 e il 118.
La certezza è che la lenta combustione ha riempito di monossido di carbonio l’appartamento di via Rossini, 54, a Cesure. La proprietaria, Francesca Fiorini, 44 anni, insegnante ternana, è a terra senza vita. Stroncata dall’intossicazione dopo aver inalato il gas che ha invaso la sua casa.
Il 24enne che è con lei, un tedesco che sarebbe arrivato da poco in città, ha perso i sensi ma è ancora vivo. Viene caricato sull’ambulanza del 118 e trasportato in ospedale dove è ricoverato con prognosi riservata.
Sulla tragedia che si è consumata nella notte tra sabato e ieri stanno indagando a ritmo serrato gli investigatori della squadra mobile ternana. Impegnati a ricostruire i contorni di quello che al momento ha tutte le caratteristiche del giallo.
L’allarme scatta alle due e mezza di notte.
I genitori della 44enne, dopo aver tentato invano di contattare la figlia, che abita a due passi da loro e che ha combattuto con disturbi psicologici, si allarmano e chiamano i soccorsi.
Sul posto arrivano l’ambulanza del 118, i poliziotti della squadra volante e i vigili del fuoco.
Aprendo la porta di casa i soccorritori vengono invasi dal monossido di carbonio che è presente in concentrazioni elevatissime, al punto che alcuni di loro saranno costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Francesca è a terra e il suo cuore purtroppo non batte più.
I vigili del fuoco intervengono con un motoventilatore per abbassare i parametri di monossido e permettere un primo sopralluogo nella casa al quinto piano di via Rossini.
Il corpo senza vita di Francesca, stimata insegnante della scuola media Marconi, viene trasferito in obitorio a disposizione del pm, Giorgio Panucci. L’appartamento viene sequestrato.
Nel pomeriggio di ieri un nuovo sopralluogo degli investigatori della mobile, a caccia di ogni elemento che possa far luce sulla tragedia. S’indaga sulla presenza in casa del 24enne tedesco dopo che i controlli in banca dati non fanno emergere particolari degni di nota. Se non il fatto che il giovane in Italia non è mai stato fermato per un controllo. Solo lui, quando sarà in grado di parlare, potrà raccontare la verità sulla tragedia.
Gli investigatori andranno a caccia di elementi analizzando lo smartphone della vittima, che è stato sequestrato.
Tra le ipotesi al vaglio, accanto alla volontà dei due di chiudere con la vita, c’è l’istigazione al suicidio.