Ma se su base annuale si assiste a segnali di ripresa, nel dettaglio del primo trimestre dell’anno, le cessazioni (560) sono state comunque superiori alle iscrizioni (467). Nello stesso periodo del 2013 le cessazioni sono state 594 a fronte di 415 iscrizioni. Tra i settori che più hanno sofferto all’inizio di questo anno si conferma il commercio all’ingrosso e al dettaglio quello più provato dalla crisi con 138 chiusure a fronte di 90 aperture di nuove attività. Seguono le costruzioni, che hanno perso 87 imprese, il settore agricolo con 81 cessazioni e 35 iscrizioni, mentre per il settore manifatturiero si sono verificate 45 cessazioni e 18 nuove attività.
Il contributo positivo più consistente al saldo è venuto in termini percentuali dalle imprese costituite in forma di società di capitale che sono cresciute tra gennaio e marzo con un tasso di crescita dell’1,22%, superiore alla media regionale che si ferma allo 0,99%. Segno più anche per la categoria “altre forme d’impresa” che sostanzialmente coincide con le cooperative che crescono dell’1%, mentre per le altre forme giuridiche (società di persone e ditte individuali) la variazione è negativa.
E’ questo il quadro di sintesi che emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese della provincia di Terni nel primo trimestre dell’anno fotografati attraverso Movimprese, la rilevazione trimestrale condotta da Infocamere, società che gestisce il patrimonio informativo delle Camere di Commercio italiane.
“La riduzione delle chiusure e l’incremento delle nuove imprese rispetto allo scorso anno, è un segnale positivo - dice il Presidente della Camera di Commercio Enrico Cipiccia - ma resta il clima di generale incertezza che pesa sulla voglia di fare impresa. Bisogna restituire fiducia a chi vuole scommettere sull’impresa, puntando su idee innovative e sulle opportunità offerte dai mercati internazionali".