Terni, nel giallo Corvi spunta un altro pentito: «E' stata rapita e uccisa in Calabria, ecco dove è sepolta»

Giovedì il gip dovrà decidere se disporre nuovi riscontri alla testimonianza choc di un collaboratore di giustizia

Terni, nel giallo Corvi spunta un altro pentito: «E' stata rapita e uccisa in Calabria, ecco dove è sepolta»
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 3 Luglio 2023, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 07:35

TERNI - Barbara Corvi sarebbe stata rapita.

Il 27 ottobre del 2009, quando di lei si perdono le tracce, sarebbe stata portata via da Amelia ancora viva.

Un lungo viaggio verso la Calabria, dove la mamma amerina sarebbe stata uccisa. Il corpo senza vita di Barbara sarebbe stato sepolto in una zona di montagna, un luogo impervio difficilmente raggiungibile.

Un luogo che un collaboratore di giustizia, il quarto sentito durante le delicatissime indagini sulla scomparsa di Barbara, sarebbe pronto a indicare nei dettagli agli investigatori della procura.

Il colpo di scena emerge a quattro giorni dall’udienza di fronte al gip, Barbara Di Giovannantonio. Che dovrà decidere se le indagini su Roberto Lo Giudice, accusato di aver ucciso la moglie Barbara Corvi e di aver fatto sparire il corpo, devono andare avanti o vanno definitivamente chiuse con un’archiviazione come richiesto dal procuratore, Alberto Liguori.

Prima di mettere un punto sul procedimento che vede indagato il marito della 35enne amerina, Giulio Vasaturo e Enza Rando, legali dei genitori e delle sorelle di Barbara, si sono opposti alla richiesta di archiviazione. Hanno chiesto al giudice di valorizzare la testimonianza di un collaboratore di giustizia, pronto a condurre gli investigatori su quella montagna calabrese dove, secondo quanto affermato dal pentito, la mamma amerina sarebbe stata sepolta.

Giovedì mattina il gip, Barbara Di Giovannantonio, si troverà a valutare due istanze contrapposte.

Quella del procuratore, Alberto Liguori che, all’esito del supplemento di indagini sul suv di Roberto a caccia di tracce di Barbara e sulle nuove testimonianze raccolte dagli investigatori, a febbraio ha chiesto di archiviare l’indagine in quando non sono emersi elementi tali da far finire a processo Roberto Lo Giudice, unico indagato.

E quella dei legali della famiglia Corvi.

Convinti che, alla luce di una testimonianza choc la cui attendibilità è tutta da verificare, sia necessario un ulteriore riscontro prima di mettere la parola fine su un’inchiesta tutta in salita e piena di colpi di scena.

Sarà il giudice a decidere se l’ipotesi del rapimento di Barbara e dell’omicidio in Calabria suggerita dal collaboratore di giustizia, il quarto pentito ad aver puntato il dito conto il marito della Corvi, possa essere ritenuta verosimile. E quindi se dovrà essere verificata con nuove indagini. E con sopralluoghi nella montagna in cui si troverebbero i resti della giovane mamma amerina inghiottita dal nulla quasi 14 anni fa.

Roberto, prima indagato, poi arrestato e scarcerato dal Riesame, si è sempre proclamato innocente negando di sapere che fine possa aver fatto sua moglie. Ad assisterlo gli avvocati Giorgio Colangeli e Cristiano Conte. Nel provvedimento che lo fece uscire dal carcere di Sabbione dopo 23 giorni in cella, il Riesame scrive che nei suoi confronti emergono «solo meri sospetti, ma non elementi di prova suscettibili di comprovarne la responsabilità in relazione alla condotta omicidiaria contestata».

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