Centinaia di docenti che lavorano nel Lazio
non riescono a vaccinarsi: «Siamo fantasmi»

Centinaia di docenti che lavorano nel Lazio non riescono a vaccinarsi: «Siamo fantasmi»
di Aurora Provantini
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Mercoledì 3 Marzo 2021, 08:34

TERNI Sono fantasmi. I docenti universitari di Terni che insegnano nella capitale non riescono ad accedere al sistema di prenotazione vaccinale Covid. Per la Regione Umbria devono ricevere il siero Astrazeneca nei punti vaccinali di Roma, ma vengono respinti dal portale di prenotazione del Lazio. Quando vanno ad inserire il codice sanitario nel sito della Sapienza o di Tor Vergata (collegato con l’azienda sanitaria locale) compare la scritta “utente non riconosciuto”. Questo perché non hanno scelto un medico di base nella sede permanente di lavoro. Giuseppe Croce, professore associato di economia e diritto alla Sapienza, ha provato più volte a prenotarsi, prima nel Lazio e poi in Umbria. Invano.  Alla fine ho chiamato il numero verde per avere chiarimenti e nuove indicazioni spiegando all’operatore che mi è stato impossibile prendere un appuntamento sia nel Lazio che in Umbria - racconta Croce - anche se la campagna vaccinale in questo momento è rivolta a noi insegnanti. Considerata l’impossibilità ad essere riconosciuto, mi è stato detto che dovrò sicuramente attendere che la campagna raggiunga la popolazione della mia età». Siccome Croce ha 56 anni, teme che dovrà aspettare a lungo. Stessa cosa per Luca Diotallevi, professore ordinario di sociologia a Roma Tre: Non riesco ad essere riconosciuto dal sistema telematico di prenotazione pur rientrando nella categoria degli aventi diritto. Siamo tutti pendolari e molti di noi fanno ancora lezione in presenza, seppure con un numero ridotto di studenti.

Siamo esposti al rischio contagio più di altri e quasi nessuno di noi ha scelto un medico di base nella sede di lavoro, perciò siamo invisibili sia alla Regione Lazio che alla Regione Umbria, per una chiara falla nel sistema, che dovrà essere risolta». A popolare l’esercito di invisibili sono anche gli insegnanti di scuole medie e superiori che lavorano nel reatino e nel viterbese. Pendolari che non saranno vaccinati per la stessa falla.

Per Erica Cassetta, segretaria Cisl Scuola Umbria, Ogni Regione avrebbe dovuto provvedere alla vaccinazione della popolazione scolastica residente». Esiste un protocollo d’intesa sottoscritto dalle Regioni per effettuare reciprocamente i vaccini ai propri residenti. Procedere diversamente ha portato all’impossibilita di ricevere il vaccino per centinaia di insegnanti della provincia di Terni, che lavorano altrove. A monte di tutto, secondo Marco Vulcano, segretario provinciale Flc Cgil, c’è una errata pianificazione. «Prima erano stati esclusi gli insegnanti di età compresa tra i 55 e i 65 anni, poi una correzione li fa rientrare nella campagna vaccinale, lasciando comunque fuori quelli di 66 e 67 anni. Se si considera che la metà dei docenti del territorio ha una età compresa fra i 50 e i 68 anni, escludere quelli più anziani è una delle anomalie da correggere urgentemente». «Occorre andare ad una rettifica della procedura di vaccinazione, inserendo i pazienti e i lavoratori fragili- dicono i sindacati.

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