Terni, piano ThyssenKrupp per Ast: De Vincenti, riaprire il tavolo. Le istituzioni locali: "Irricevibile"

Il sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo e la presidente Catiuscia Marini
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Giovedì 17 Luglio 2014, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 16:32
TERNI Il piano della Thyssen per le acciaierie di Terni «non va bene, non è chiaro sulle prospettive», lo ha detto alla conclusione dell'incontro tra azienda , sindacati e gli enti locali, il viceministro allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. «Abbiamo invitato - ha spiegato - la Thyssen a ripensare al piano in modo significativo per chiarire il futuro: Terni deve recuperare competitività. Abbiamo invitato azienda e sindacati ad aprire un confronto che comincerà lunedì». De Vincenti ha spiegato che quello di oggi è stato un «incontro impegnativo, abbiamo chiarito a Thyissen che le acciaierie di Terni sono di interesse nazionale». Per De Vincenti bisogna arrivare ad un piano industriale che dia «prospettive chiare, tutta l'azienda è in discussione ma si deve rafforzare, è questo l'obiettivo del Governo, delle istituzioni locali e dei sindacati».

La presidente Catiuscia Marini. Il piano industriale proposto da Thyssen per Ast «è irricevibile, ha bisogno di sostanziali modifiche, il costo sociale che si chiede ai lavoratori è irricevibile». Lo ha detto il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a margine dell'incontro tra sindacato e azienda al ministero dello Sviluppo economico.

Per i rappresentanti delle istituzioni umbre, Regione, Provincia e Comune, si tratta di un «piano che di industriale ha davvero poco, perché prevede esclusivamente un taglio drastico sia in termini di dipendenti che di salario, scaricando così tutto il costo sociale soltanto sui lavoratori delle acciaierie, in un territorio già duramente colpito in passato da piani di ridimensionamento delle acciaierie e su tutto il sistema delle imprese dell'indotto.
Peraltro, ciò a fronte di un peso del costo complessivo del lavoro all'interno del bilancio di Tk che è assai marginale, attestandosi attorno al quattro per cento. Una sproporzione che è indice di un'assoluta mancanza di strategia industriale da parte di Tk per ciò che riguarda il sito di Terni». «A fronte di una impostazione del piano tutta basata su tagli - si legge ancora in una nota -, riduzioni e ridimensionamenti non vi è poi alcuna significativa voce relativa a investimenti che possano, anche in minima parte, supportare le supposte strategie di rilancio di Ast che il management ha in maniera troppo sommaria riferito di voler perseguire. Va ricordato a tale proposito come l'approvazione della Commissione Europea dell'operazione di retrocessione di Ast da Outokumpu a Tk fosse anche il frutto di rassicurazioni in ordine alla conservazione della potenzialità produttiva del sito, alla realizzazione di investimenti e del necessario sostegno finanziario».
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