Pucci, ad di Ast: "Innocente per il rogo di Torino.
Terni a Thyssenkrupp è una grande chance"

Marco Pucci, ad di Ast
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Venerdì 6 Dicembre 2013, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 15:40
TERNI «Non mi sento minimamente responsabile, confido che la giustizia mi dia piena ragione. Continuo a pensare, insieme agli altri imputati, che ci sia bisogno non di una giustizia esemplare, mediatica, ma giusta, che attribuisca responsabilità vere in maniera oggettiva». Lo afferma Marco Pucci, Ad di Ast, condannato in secondo grado per omicidio colposo per l'incendio della Thyssen di Torino, di cui oggi ricorre il sesto anniversario. «È l'anniversario di un tragico incidente, esprimo il più profondo cordoglio nei confronti dei familiari delle persone che persero la vita. Sono vicino a queste persone», è la premessa del manager. «Il problema che vivo ancora da imputato sarà valutato prossimamente in Cassazione. Sono un innocente che sta aspettando un giudizio definitivo», dice, prima di ricordare che quando accadde l'incidente era «responsabile marketing e commerciale, senza deleghe per la produzione o la sicurezza» e che è stato coinvolto «come membro del cda», perchè la Procura di Torino ha ritenuto che all'interno del board «alcuni consiglieri si muovessero come una sorta di comitato esecutivo». In realtà, fa notare Pucci, «non avevo necessità neanche di recarmi a Torino, dove non sono mai stato». Pucci, quindi, insiste su un concetto che ritiene chiave: «sulla sicurezza abbiamo sempre investito. Non abbiamo mai fatto passi indietro, abbiamo tenuto sempre alto il livello degli investimenti per la sicurezza e l'informazione ai lavoratori». A Terni «abbiamo un'attenzione massima sulla sicurezza e la tutela ambientale. C'è, c'è stata, e ci sarà sempre».

Per quanto riguarda il recentissimo passaggio di Ast a ThyssenKrupp «deve garantire competitività» alla Ast di Terni: lo stabilimento «deve poter giocare un ruolo importante su mercato globale». L'amministratore delegato, Marco Pucci auspica che ci sia chiarezza da parte del nuovo azionista, tornato in possesso delle attività di Terni dopo l'accordo vincolante firmato pochi giorni fa con Outokumpu. Si tratta di un 'ritorno al passatò che, nella valutazione del manager, può rappresentare «una grande opportunità», anche se «è necessario aspettare di capire quale sarà il piano proposto dall'azionista». Pucci parla delle sue aspettative, a partire da un'analisi di quanto appena accaduto sul piano societario. «Cercavamo un partner industriale forte, per avere sicurezza finanziaria e copertura industriale, lo abbiamo trovato», premette, per poi entrare nel merito: «un'opportunità in più è dovuta al fatto che sono stati assegnati alla Ast centri di servizi per la distribuzione capillare in tutta Europa e in Turchia, che è la porta di accesso al middle est e, come mercato per l'acciaio inossidabile, vale di più della Francia e della Spagna». Non solo. «Il fatto che Thyssenkrupp non abbia più aziende nel settore può essere un vantaggio: saremo i soli a produrre acciaio inossidabile e possiamo promuovere una strategia commerciale con delle evidenti sinergie, proprio a partire da Thyssenkrupp».

Pucci rivendica anche il lavoro svolto nell'ultimo anno e mezzo. «Siamo stati da soli sul mercato ed è stato di vitale importanza costruire una rete commerciale che ci ha consentito di acquisire volumi altrimenti inimmaginabili.
Thyssenkrupp parte da quello che siamo oggi, con il 40% del mercato in Italia e il 13% in Ue». A questo punto, prosegue l'Ad di Ast, «per essere ulteriormente competitivi servono investimenti, va incrementata la capacità di taluni prodotti. Se lo facciamo, non ci saranno problemi: ora siamo in linea con gli obiettivi del piano industriale varato un anno fa». Per questo, è indispensabile «chiarire da un punto di vista degli investimenti cosa propone sul territorio il nuovo azionista». Ast, ricorda Pucci, «è una delle aziende più importanti dell'Umbria». Nel tempo, evidenzia, «abbiamo costruito una serie di sinergie importanti per lo sviluppo dell'industria sul territorio. Il nostro stabilimento produce acciaio inossidabile, a Narni si producono elettrodi di grafite, fondamentali per i nostri forni. Ci sono le centrali idroelettriche che sono funzionali al nostro lavoro, c'è un circolo virtuoso di sinergie». E il rientro di Thyssenkrupp su questo territorio, conclude il manager, «testimonia il fatto che le multinazionali continuano a credere nelle sue potenzialità».
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