Terni, vendita Ast: la trattativa infinita di un gioiello
della siderurgia che rischia grosso

Terni, vendita Ast: la trattativa infinita di un gioiello della siderurgia che rischia grosso
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Mercoledì 4 Dicembre 2013, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 18:44
Oltre due anni di annunci, colpi di scena e lotte sindacali per poi tornare al punto di partenza. È il primo ottobre 2011 quando tutto il settore inox della ThyssenKrupp, tra cui gli stabilimenti di Terni, per far fronte al forte debito accumulato, viene scorporato dal resto del gruppo e passa sotto il controllo di Inoxum, una società distinta e pronta alla vendita. Dopo la prima ridda di voci e indiscrezioni sui possibili acquirenti, il 31 gennaio 2012 viene annunciato ufficialmente l'accordo di massima per l'acquisto del 70% delle azioni del pacchetto Inoxum (il restante 30% resta a Tk) da parte della multinazionale finlandese Outokumpu, per un'operazione da 2,7 miliardi di euro. A stoppare il piano pensa però l'Antitrust della Commissione europea che boccia l'operazione, in quanto Outokumpu acquisirebbe una posizione dominante sul mercato europeo dell'inox.
Il gruppo è quindi costretto ad apportare un correttivo al piano, e con l'ok dell'Europa decide la vendita degli stabilimenti di Terni (con una riserva sul Tubificio). La procedura di cessione, sotto l'egida della Commissione europea, prende il via a fine 2012. A febbraio di quest'anno la lussemburghese Aperam, spin off del colosso indoeropeo ArcelorMittal, e gli italiani Arvedi e Marcegaglia annunciano ufficialmente di aver creato una joint venture con l'obiettivo di acquisire le acciaierie. Una cordata data in pole position rispetto agli altri soggetti potenzialmente interessati, fino all'epilogo di questa notte, con il ritorno di Tk a Terni.
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