«Sono nato nel 1963 - ha poi detto - e l'Italia ha sempre partecipato al Mondiale. Lunedì farò il tifo sperando che vinca. Non era mia intenzione attaccare le scelte di mister Ventura che è un maestro per me. Lo stiamo studiando anche al corso a Coverciano e presto lo incontrerò. Scusate e chiudiamola qui». Certo è che ieri il cilma allo stadio Liberati era teso, sia per il rigore richiesto a gran voce dal Novara all'ultimo mintuo di gara, ma anche per l'esternazione del mister che fatto il giro del web e non solo. Con i tifosi che si sono spaccati sulle parole di Pochesci, chi lo ha sostenuto e chi lo ha bacchettato perché la sua Ternana si trova all'ultimo posto in classifica. Certo è che Pochesci è un fiume che tracima spesso (poche settimane fa aveva evocato la squadra del Don Gnocchi con altre scuse immediate, poco dopo la frase ancora più celebre su Ibrahimovic che non vorrebbe nel suo team) usando un linguaggio politicamente scorretto e colorito, infarcito di espressioni romane. Appassiona i tifosi ma fa storcere la bocca a chi pensa che personaggi che hanno grande visibilità dovrebbero forse mandare messaggi diversi.
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