Teatro Verdi, incognita lavori per i reperti archeologici

Teatro Verdi, incognita lavori per i reperti archeologici
di Sergio Capotosti
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 08:52

TERNI Il recupero del Verdi diventa ora una vera incognita. Chiuso da oltre dieci anni, la riapertura del teatro comunale rischia di allungarsi per chissà quanto tempo ancora, proprio ora che sono iniziati i lavori di riqualificazione. L'incognita che potrebbe condizionare l'iter riguarda i reperti archeologici che potrebbero tornare alla luce durante le operazioni di scavo che sono necessarie per rammodernare la struttura, almeno secondo il progetto approvato. Una variabile che può sembrare scontata, ma che solo di recente è diventata realtà, nel senso che è finita nero su bianco nelle relazioni della Soprintendenza che ha determinato l'area del Verdi di interesse archeologico. Una classificazione che è arrivata dopo due indagini preliminari che sono state fatte in questi ultimi anni in vista dell'avvio dei lavori. Dopo queste due relazioni la Soprintendenza ha di fatto dichiarato che sotto al Verdi possono esserci reperti di valore e perciò prima di iniziare a scavare va fatta quella che in gergo tecnico si chiama "caratterizzazione archeologica". Operazione, la caratterizzazione archeologica, che il Comune di Terni ha già affidato a una società di Rimini, come è emerso ieri nel corso della riunione della Prima commissione che è stata convocata per il fare il punto della situazione rispetto all'intervento di recupero del Verdi.

L'incognita reperti archeologici potrebbe rimettere tutto in discussione, a tal punto che il progetto potrebbe anche essere rivisto, qualora dovessero tornare alla luce resti di valore ovviamente. Questo è emerso in seguito alle richieste di chiarimento che i consiglieri comunali hanno sottoposto al Rup del progetto, l'ingegnere Matteo Borganzone. Uno scenario che travolgerebbe anche l'aspetto economico, visto che di mezzo ci sono finanziamenti legati alle scadenze blindate del Pnrr. A complicare ulteriormente il quadro i rapporti di forza che si sono creati all'interno della maggioranza tra l'assessore ai lavori pubblici Giovanni Maggi e il consulente del sindaco l'architetto Paolo Leonelli, esperto di storia locale e da anni impegnato nelle battaglie per il recupero del Verdi in stile polettiano che con l'attuale progetto non si può fare. Se da una parte la maggioranza di Alternativa Popolare ha deciso di ascoltare in Prima commissione la posizione dell'assessore Maggi dall'altra ha stoppato la richiesta di audire anche l'architetto Leonelli come proposto dal consigliere Francesco Ferranti di Forza Italia. «È una sfiducia politica della maggioranza nei confronti delle scelte del sindaco. Iniziano ad essere molte le contraddizioni e gli annunci ivi compresa questa ma anche il ritiro della delibera sulla pubblica illuminazione», il commento di Ferranti.
La riapertura del Verdi è ora un vero rebus.
 

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