Tar, cresono i ricorsi. Cause Per scuola, salute e ambiente

Aumentano i carichi pendenti: oltre 300 fascicoli in più rispetto al 2022. Ipotesi spostamento dalla sede di via Baglioni

Il presidente del Tar Umbria Piefrancesco Ungari
di Luca Benedetti
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Martedì 5 Marzo 2024, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:46
Crescono i ricorsi al Tar, cresce anche l’arretrato perché gli organici si sono ridotti, ma la giustizia amministrativa in Umbria è più veloce della media nazionale. Numeri e parole arrivano dall’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale che si è tenuta ieri in prefettura. Con l’Umbria che litiga per scuola, sanità e ambiente.
Ecco i numeri che dicono della crescita dei ricorsi, ma è stabile l’indice di litigiosità degli umbri. Nel 2023 depositati 1.017 ricorsi a fronte dei 764 del 2022, dei 872 del 2021 e dei 662 nel 2020. C’è, secondo quanto spiegato nella relazione dal presidente Piefrancesco Ungari, un livello sostanzialmente stabile dei ricorsi ordinari tra lo scorso anno e il 2022, l’impennata che ha fatto salire il numero delle vertenze è legato alla legge Pinto sulla ragionevole durata dei processi. In particolare il fatto che si tratta di ricorsi «volti a ottenere l’ottemperanza, mediante nomina di commissari ad acta (in qualche caso si tratta di reclami causati dall’inerzia dei commissari precedentemente nominati) alle decisioni della Corte d’Appello di Perugia applicative sulla ragionevole durata dei processi». «Viene da chiedersi-aggiunge il presidente- quali motivi inducano o costringano i ministeri componenti ad esporsi al giudizio di ottemperanza dinanzi al Tar e, in non pochissimi casi, addirittura a subire un ulteriore reclamo per la manca ottemperanza del commissario ad acta. Ipotizzo sia stato fatto un calcolo di convenienza basato sull’altra percentuale dei creditori che rimangano inerti nell’attesa che giunga il loro momento. In quel calcolo di convenienza dovrebbero tuttavia rientrare anche i costi dell’attività che gli uffici giudiziari e l’Avvocatura dello Stato dedicano a tale ottemperanze».
I TEMPI
Sul fronte della velocità delle decisioni, la giustizia amministrativa dell’Umbria viaggia bene. I tempi di definizione di un giudizio del Tar Umbria sono migliori della media nazionale. In particolare 34 giorni contro 47 per un giudizio cautelare, 23 contro 26 per quello cautelare in materia di appalti e 97 contro 107 per il giudizio di merito sempre in materia di appalti.
Sul fronte delle materie affrontate il 12% sono quelle legate agli appalti pubblici con il dato che sale al 13,6% quando si affrontano i temi di diritto urbanistico con le applicazioni ambientali. In testa a questa materia la localizzazione delle antenne dei telefoni e la produzione di energia alternativa. Particolarmente significativa, ha spiegato Ungari, è la tutela dei diritti con disabilità, sia nel contesto scolastico che in quello dell’assistenza sanitaria, che si scontra con programmazione carente e scarsità delle risorse stanziate. Anche le misure di contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto socio-economico hanno un peso e dimostrano la grande attenzione al fenomeno.
CARICHI PENDENTI
Dalla relazione del presidente Ungari emerge come, nel corso del 2023, non è stato possibile ridurre il numero dei ricorsi pendenti che passano da 1.024 del 2022 a 1.339 e sempre la legge Pinto ha il peso maggiore. C’è un motivo per cui c’è stato l’ingorgo (relativo) dell’arretrato. Perché ci sono meno magistrati. Ungari lo spiega così: «Va sottolineato che nel 2023, dopo anni di stabilità nell’organico, si sono verificati due cambiamenti che oggettivamente, hanno diminuito la capacità operative del Tar. A metà anno c’è stato un trasferimento ad altra sede di un magistrato, sostituito da un collega di prima nomina, la quale ha quindi beneficiato della riduzione del carico previsto per il periodo iniziale del servizio. A settembre, a seguito del pensionamento del presidente Potenza, i tempi dell’interpello per la sua sostituzione hanno determinato anch’essi una soluzione di continuità con la necessità di un periodo di funzioni interinali da parte della collega con maggiore anzianità di servizio». Tra i temi trattati nella relazione del presidente anche l'ipotesi di uno spostamento dalla sede di via Baglioni.
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