Viene giù dal tetto e utilizza la finestra del bagno dimenticata aperta per entrare nella stanza che la Caritas Diocesana aveva messo a disposizione dell’ex fidanzata che era andata lì a rifugiarsi proprio per sfuggire alle sue condotte violente. Una violazione di domicilio bella e buona - sfociata in botte e rapina - quella commessa da un 36enne nella struttura di Villa Pitignano, alle porte di Perugia. L'imputato, per il quale è stata avanzata ieri richiesta di rinvio a giudizio da parte del pubblico ministero Mario Formisano (sostituito in aula dal collega Gennaro Iannarone) viene però ritenuto responsabile di una serie di reati che vanno dalla violazione di domicilio, come detto, alla rapina, passando per le lesioni e lo stalking. L'udienza preliminare in corso davanti al giudice Margherita Amodeo del tribunale del capoluogo umbro è stata rinviata al 7 novembre perché fino a ieri non si avevano notizie dell'imputato e, per questa ragione, sarà necessario svolgere alcune ricerche. L’«incursione» dal tetto risale al 6 novembre 2022: quel giorno, una volta entrato, secondo la ricostruzione ha spinto la donna contro il muro, l’ha scaraventata a terra e l’ha bloccata premendole un piede all’altezza dello stomaco.
La poveretta è stata anche rapinata - si legge nelle carte giudiziarie - dall'uomo che le ha «intimato di consegnargli il cellulare»: «Preso atto del suo rifiuto si impossessava del cellulare mediante violenza consistita nel bloccarle le mani e nel far forza con la gamba sullo stomaco.