La verità sulle sanzioni più severe
per chi usa il telefono alla guida

La verità sulle sanzioni più severe per chi usa il telefono alla guida
di Ruggero Campi
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Venerdì 28 Luglio 2017, 18:08
Le notizie si rincorrono sul web, rimbalzano - ci mancherebbe - nelle condivisioni dei social e ingenerano la convinzione che sia cosa fatta: “ritiro immediato della patente per chi è sorpreso al telefono mentre guida!” – strillano i titoli – “I ciclisti andranno sorpassati a un metro e mezzo di distanza!”, “Raggiunto un largo accordo in Parlamento!”. Che ci sia accordo di massima non ne dubito, non è un tema da provocare grandi dissensi e divisioni. La realtà è però che siamo solo ad un emendamento al disegno di legge di modifica del Codice della Strada e, a meno di percorrere la strada del Decreto Legge balneare in costume e sotto il sole, altro che immediatezza, i tempi non si prospettano brevi. Ci arriveremo, speriamo, ma nel frattempo i fedelissimi del cellulare al volante constateranno che non c’è l’ombra di inasprimento dei controlli e meno che mai sul modo di sorpassare i ciclisti.
Oggi la sanzione della sospensione della patente per chi digita o chiacchera scatta solo nel caso di una doppia violazione in due anni: vista la “frequenza” dei controlli, non sembra che la minaccia sia molto efficace. Meno che mai preoccupante è la sanzione attuale che prevede la perdita di 5 punti della patente e 161 euro di multa. Nel frattempo, pochissimi giorni fa, è stata emanata dal Ministro dell’Interno una circolare con nuove regole in materia di controlli della polizia sul rispetto del codice, “per il contrasto - recita la Direttiva - delle principali cause degli incidenti stradali”. Dalla privacy dei cittadini fotografati, al posizionamento degli autovelox, alla lunghezza dei tratti utilizzati dal Tutor, la circolare sembra non voler tralasciare nessun aspetto “caldo”. Per contrastare l’uso del telefono alla guida (in tutte le sue declinazioni, dal parlare, al digitare, a leggere, a scattare foto e selfie) – udite, udite - si invitano le Forze di Polizia a pianificare “mirate operazioni ad alto impatto”, ovvero a destinare molti uomini allo stesso servizio in determinati giorni.

Le premesse, è lo stesso Ministro dell’Interno a confermarlo, non sono incoraggianti: “dopo anni di continua decrescita degli incidenti stradali con esito mortale si sta registrando, in questi ultimi anni, un’inversione di tendenza, con un aumento del numero delle vittime, che desta forte preoccupazione". Il Capo della Polizia però, non più tardi dell’aprile di quest’anno, in occasione della celebrazione dei 70 anni dalla istituzione della Polizia Stradale aveva parlato di ben 40.000 poliziotti che andranno in pensione nei prossimi 12 anni, che non saranno tutti rimpiazzati adeguatamente. “Bisognerà imparare a fare meglio con meno” aveva detto ottimisticamente il Capo della Polizia. E sempre in questa prospettiva è stato soppresso il Compartimento di Polizia Stradale dell’Umbria, la cui competenza territoriale sull'Umbria è passata al Compartimento del Lazio. Si è parlato di “razionalizzare l'assetto organizzativo e funzionale degli uffici territoriali, ottimizzando l'impiego delle risorse a disposizione, mantenendo inalterata l'incidenza operativa sul territorio".
Bellissime parole per carità, ma volete mettere l’efficacia dissuasiva della presenza fisica delle pattuglie di Polizia e della frequenza dei controlli? Razionalizziamo fin che si vuole, ma se gli uomini mancano, e gli automezzi di servizio sono obsoleti non si raggiungeranno grandi risultati. Consentitemi una piccola osservazione: gli sforzi del legislatore vanno nel senso di punire sempre più severamente (almeno in teoria) chi usa telefono al volante, ma le autovetture di ultima generazione sono una tentazione continua a togliere gli occhi dalla strada spostandoli verso lo schermo touch e ultra-connesso.
Nelle concessionarie il piccolo grande rituale della consegna della nuova amata automobile è ormai diventato solo il momento della agognata connessione al proprio smartphone. Rubrica, contatti, applicazioni, musica, playlist, agenda, tutto si trasferisce dalla nostra indispensabile protesi affettiva allo schermo dell’automobile, verso il quale tenderà a concentrarsi la nostra attenzione con buona pace dei messaggi “non farsi distrarre dai comandi”. Non a caso quando tolgo le chiavi, la macchina premurosamente mi avvisa “non dimenticare il cellulare”. La vostra nuova automobile riproduce perfettamente il display dell’I-Phone, con tutte le App; al momento della consegna metterlo in funzione richiede più tempo dell’illustrare il cambio automatico o le caratteristiche del motore. Tutto bellissimo, futuribile e affascinante, ma ancora una nuova tentazione a trascurare la strada a beneficio di un altro punto di interesse, spesso purtroppo ipnotizzante. Siamo sicuri di andare nella direzione giusta? Chissà Siri che ne pensa!
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