Terni, porte girevoli all’ospedale: lascia pure Giammartino

Terni, porte girevoli all’ospedale: lascia pure Giammartino
di Umberto Giangiuli
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 09:23

TERNI La Regione chiama e Terni risponde. C’è quasi un desiderio di andare via prima possibile dalla struttura pubblica, magari con la prospettiva di fare carriera in qualche clinica privata o, magari, in Regione. Altrimenti non c’è altra spiegazione sulla “fuga” dal Santa Maria, lasciando un posto sicuro per uno, tra l’altro, dove si deve ricominciare tutto daccapo. Come per esempio, ma ce ne sono altri, quello del dottor Camillo Giammartino che si è messo a disposizione di palazzo Donini e vi rimarrà fino a dicembre del 2022. In Regione si interesserà della programmazione della rete dei servizi sociali e integrazione socio- sanitaria. Giammartino primario di endocrinologia all’ospedale di Terni, è stato chiamato in piena pandemia dall’Uls 2 ricoprendo il ruolo di direttore sanitario, ed adesso il nuovo incarico a Perugia. Non è il solo “movimento” che si registra all’ospedale di Terni. Ci sono anche medici, infermieri, tecnici e oss che abbandonano il Santa Maria in modo volontario e i tempi del concorso per la loro sostituzione sono piuttosto lunghi. Così il personale in ospedale è insufficiente perché molti dei dipendenti risultano positivi al covid e non sono ancora rientrati dalla malattia. Ma è nell’alta specialità che si registrano le perdite più significative. In neurochirurgia, tanto per fare un altro esempio, la dottoressa Martina Della Costanza lascerà il prossimo marzo dopo un anno preciso dalla sua assunzione, anche se dal 1 febbraio in neurochirurgia è stato assunto Francesco Paglia. Quindi pari e patta in fatto di assunzione di medici. La domanda che tutti si fanno è perché questi professionisti aspirano ad andare altrove lasciando un carriera già cominciata a Terni. «La situazione, a dir la verità è di qualche anno- spiega Mauro Candelori della Uil- ma si è accentuata in questi ultimi tempi. I professionisti non cercano altre strutture anche perché sono pagati meglio ed hanno meno responsabilità». Gli fa eco Giorgio Lucci della Cgil «all’ospedale di Terni c’è un’emorragia inarrestabile che riguarda oltre i medici anche gli infermieri ed altri operatori». Da malattie dell’apparato respiratorio arriva un altro addio per dimissioni volontarie, si tratta sempre di una donna Maria Comasia Leone che assunta nel mese di marzo lascerà il posto il 1 maggio prossimo. E così si continua ad andare avanti, con le dimissioni di un altro medico, un infermiere, un tecnico di laboratorio medico e un oss (questa ultima a tempo determinato).

Ma c’è pure chi arriva. Si tratta di due nuovi incarichi di medici a tempo indeterminato per il servizio di anestesia e rianimazione, mentre rimane sempre al palo la nomina di un primariato a tutti gli effetti e non con il facente funzione di Rita Commissari. Nel frattempo per effetto di una convenzione è a Terni dall’ospedale Niguarda di Milano, il professor Massimiliano Mutignani che, arrivato il 1 di gennaio, rimarrà fino al 2023 e si interesserà di endoscopia digestiva. Insomma c’è molto movimento in ospedale. Da risolvere anche la delicata situazione al Sitro (Servizio infermieristico, tecnico, riabilitativo e ostetrico) dopo che Agnese Barsacchi se ne è andata volontariamente all’ospedale di Rieti. Il suo ruolo, anche in questo caso, è ricoperto da un facente funzione e il sindacato chiede chiarezza per questo importante servizio che gestisce e distribuisce il personale ospedaliero nelle diverse strutture. Il primo di marzo andrà in pensione il chirurgo- oncologo Amilcare Parisi già sostituito con un concorso lampo. La chirurgia a Terni diventa sempre più povera.

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