San Valentino: I fedeli bloccano
la reliquia. Clima da stadio in Basilica
Alle 23 il Vescovo se ne va senza l'urna

Il Vescovo, Giuseppe Piemontese discute con i fedeli nella Basilica di San Valentino
di Sergio Capotosti e Nicoletta Gigli
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 21:24 - Ultimo aggiornamento: 23:38
TERNI - Sono le 19 e 30 quando il Vescovo prepara i dettagli per il trasferimento delle reliquie di San Valentino in Duomo. Forse non si aspetta quella reazione dei fedeli, che stanno recitando il rosario.

Il clima è tesissimo, nella Basilica del Santo dell'amore ci sono una settantina di fedeli che non vogliono cedere al trasferimento delle reliquie in Duomo. Nasce un battibecco che fa giungere sul posto la polizia e i carabinieri. Le persone presenti non vogliono mollare, l'idea di lasciar andare le reliquie non l'accettano. E allora decidono di spostare i banchi della basilica intorno all’urna del Patrono, bloccando la traslazione del santo che, con la processione guidata dal vescovo, Giuseppe Piemontese, avrebbe dovuto raggiungere la cattedrale in processione. La trattativa del presule non sortisce gli effetti sperati. Lui spiega che non vuole portar via il Santo, e invita chi è nella basilica per andare in processione e recarsi in Duomo, iniziare la veglia di preghiera e attendere le spoglie. Solo un gruppo di scout che è all'esterno accoglie l'invito, gli altri continuano a presidiare l'urna. Che resta sulla lettiga di legno, pronta per uscire dalla sua "casa", in un clima decisamente surreale. 
La rivolta dei fedeli, esplosa durante la recita del rosario, è stato un incidente di percorso che nessuno forse si aspettava. Anche se il malumore covava sotto la cenere tra chi è stato sempre convinto che il Santo dell'amore dovesse restare al suo posto. Ora la festa degli innamorati, si preannuncia amara, e forse riserverà sorprese che nessuno aveva messo in preventivo. 

Poco dopo le 22 il Vescovo Piemontese tenta l'ennesima mediazione. "Sono disposto a dimenticare tutto - dice. Uno dei problemi che mi è stato fatto notare è la manzanza delle messe domenicali del 14 febbraio. Sono d'accordo con padre Bose che potrà celebrarle. Vi prego  - ha aggiunto il presule - di lasciare la basilica di San Valentino perché questa sera San Valentino andrà in cattedrale". Una proposta accompagnata da boati e fischi dei presenti, che non hanno nascosto il disappunto per un viaggio, quello delle spoglie del Santo dell'amore, che per loro non s'ha da fare.

Mancano pochi minuti alle 23 quando sembra aprirsi uno spiraglio nel braccio di ferro tra fedeli e vescovo. Ad allentare la tensione ci pensa padre Bose. "Facciamo uscire il Santo - ha detto ai fedeli - facciamolo uscire tutti insieme per evitare che lo spostamento avvenga senza di voi". 
Ma la speranza di allentare la tensione è un'illusione che svanisce in pochi minuti.
Al ritorno in chiesa del Vescovo un fedele prende la parola: "Il Santo esce - ha detto - ma domenica mattina alle 9 deve stare qui, nella sua basilica, per poter celebrare qui la santa messa".
Monsignor Piemontese sulle prime fa capire di poter riconsiderare la cosa sulla base delle varie proposte, ma, anche per motivi organizzativi, tutto sarebbe rinviato al prossimo anno. Il presule, abbastanza contrariato per l'estenuante trattativa sull'orlo del fallimento, si rivolge ai presenti con tono fermo e deciso: "Ha parlato il Vescovo di Terni - ha detto - vi ho dato un ordine e voi non l'avete eseguito per cui tra cinque minuti me ne vado".
A presidiare la basilica del Santo ci sono ancora la polizia, i carabinieri e i vigili urbani. 

Alle 23 e 10 il vescovo mantiene la promessa e se ne va. Non come aveva progettato però. Perché l'estenuante trattativa è tristemente fallita.  Se n'è dovuto tornare a casa senza poter portar via l'urna con le spoglie del Santo, conosciuto in tutto il mondo perché protettore degli innamorati. Gli irriducibili fedeli continuano a proteggere l'urna.
L'architetto Luca Volpi, incaricato dal vescovo di trasportare l'urna, ha lasciato la basilica. Portandosi via tutti gli attrezzi necessari al trasferimento. Potrebbe essere il segno di una resa, quantomeno momentanea. Se n'è andato anche l'automezzo sul quale doveva essere caricato il Santo.

Difficile al momento fare previsioni sulle conseguenze che potrà avere la rivolta dei parrocchiani di San Valentino, disposti a tutto pur di tenere il Santo dove è sempre stato. Che non hanno voluto saperne di cedere neppure per quel breve lasso di tempo chiesto dal Vescovo per portare in processione il Santo.
La certezza è che, quello alle porte, è un San Valentino inedito per la città. 
Un San Valentino che sarà impossibile dimenticare.

 
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