PERUGIA - Puc 2, in Umbria è tutto da rifare. Il Consiglio di Stato ha appena respinto l'appello della Regione, dando ragione al Comune di Assisi che già nel 2012 aveva vinto davanti al Tribunale amministrativo regionale il ricorso per l'annullamento dei bandi per l'ammissione e i finanziamenti dei Programmi urbani complessi del 2008, che prevedevano contributi di 98 milioni di euro, per un totale di circa 400 milioni di lavori sul territorio contro il degrado.
Tante amministrazioni avevano presentato i loro progetti (Perugia, Terni, Spoleto, Amelia, Narni, Foligno, Castiglione del Lago, Umbertide, Gubbio, Todi, Gualdo Tadino, non costituiti in giudizio, più Orvieto) e Assisi in particolare (in quegli anni con Claudio Ricci sindaco) aveva fatto partecipare al bando un progetto di riqualificazione di circa 6,6 milioni, da finanziare attraverso il Puc per tre milioni e mezzo. Era il 2009 e Assisi, piazzata al quindicesimo posto, fa ricorso contro l'aggiudicazione e, come detto, dopo tre anni di battaglia legale davanti al Tar vince. Ma la Regione è convinta di avere ragione e arriva fino al Consiglio di Stato per chiedere la riforma di quella sentenza sulla graduatoria per il finanziamento di programmi di riqualificazione urbana.
Ai giudici amministrativi la Regione sottopone i rilievi sulla mancata integrazione del contraddittorio nel corso del giudizio di primo grado, di erroneità, contraddittorietà e illogicità della sentenza. A cui ovviamente, con l'avvocato Giuseppe Caforio, si oppone il Comune di Assisi ma anche quello di Orvieto, costituito in giudizio con Marcello Caprio.
Il Consiglio di Stato, in una sentenza lunga 14 pagine, in pratica rigetta tutti i rilievi di palazzo Donini e alla fine condanna anche la Regione «al rimborso, in favore delle controparti costituite, delle spese del presente grado di giudizio, e le liquida in euro 3.000 in favore del Comune di Assisi ed in euro 2.000 in favore del Comune di Orvieto».