Rigopiano, ex generale suicida: la mamma della vittima ternana: «Era un angelo, grande persona»

Rigopiano, ex generale suicida: la mamma della vittima ternana: «Era un angelo, grande persona»
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Lunedì 20 Novembre 2017, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 18:58

«Il generale, Conti, è la trentesima vittima di Rigopiano. Sono vicina ai suoi familiari, che devono essere orgogliosi: era una grande persona, la divisa che indossava l’ha rispettata fino all’ultimo. E’ un altro angelo che si aggiunge ai 29 angeli che, come mio figlio, hanno perso la vita in modo così assurdo». Mamma Antonella è una donna che ha sempre evitato i riflettori. Dal momento in cui ha perso le speranze di riabbracciare suo figlio, Alessandro Riccetti, 33 anni, ternano, una delle vittime della valanga che il 18 gennaio travolse l’hotel di Farindola, ha trovato nella fede la forza di andare avanti. Per i suoi due figli, per il suo Alessandro che, qualche ora prima che l’hotel dove lavorava fosse spazzato via dalla valanga, chiese ai suoi amici ternani di pregare per lui. Inviò via whatsapp le foto scattate al Rigopiano sommerso dalla neve: “Ragazzi sono in hotel seppellito dalla neve. Pregate”.

 

Per mamma Antonella un dolore nel dolore quando ha saputo della lettera che l’ex generale, Guido Conti, ha messo nero su bianco prima di dire addio alla vita. “Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano - ha scritto nonostante non sia stato neppure sfiorato dalle indagini - la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti ci sono anche prescrizioni a mia firma. Non per l’albergo, di cui non so nulla, ma per l’edificazione del centro benessere, dove solo poi appresi non esserci state vittime. Ma ciò non leniva il mio dolore. Pur sapendo che il mio scritto era ininfluente ai fini della pratica autorizzativa, mi sono sempre posto la domanda: potevo fare di più? Potevo prestare attenzione nelle indagini Probabilmente no, avrei potuto forse creare problemi, fastidi”. La mamma di Alessandro non nasconde di provare “un dolore immenso per questa vicenda. Lo considero un angelo, una persona speciale - dice Antonella - che ha avuto un grande coraggio, perché per togliersi la vita ci vuole coraggio. Bisogna guardare con rispetto alla grande sensibilità di quest’uomo, che forse si è sentito doppiamente ferito. Forse ha voluto prendersi colpe che non ha, come sono abituate a fare le persone che indossano una divisa”.


Mamma Antonella ripensa a quei terribili istanti in cui, dopo giorni di speranza, ha saputo la verità sul suo Alessandro: “Quando me l’hanno detto è come se mi avessero piantato le spade nel cuore, un dolore mai provato, impossibile da descrivere. La mia era una vita anonima, passata a crescere i miei figli, l’unica ragione di vita, non immaginavo di dover finire così. Le morti non sono mai fine a se stesse, c’è un perché che non comprendiamo. Noi ci siamo rialzati e se può servire da esempio, a chi si trova nella disgrazia mi sento di dire che comunque la vita è bella, che va vissuta”. L’avvocato Giovanni Ranalli, legale della famiglia Riccetti, ha incontrato di recente il procuratore generale, che conta di chiudere le indagini entro gennaio. “Nell’esprimere solidarietà alla famiglia del generale - dice - ci auspichiamo che si riesca a far luce su quello che è successo, anche se questo non potrà mai restituirci le persone che non ci sono più ed è questa la cosa che fa più male”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA