Terni. Rebus primari, i medici: «La Regione chiarisca»

Alta tensione per la riorganizzazione del sistema sanitario regionale

Terni. Rebus primari, i medici: «La Regione chiarisca»
di Sergio Capotosti
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Mercoledì 3 Gennaio 2024, 08:48

LA VICENDA

Il depotenziamento del Santa Maria che non spaventa più come prima, il rebus primari nel derby in corsia tra universitari e ospedalieri tutto da chiarire, la Convenzione sanitaria tra Regione e Università destinata a cambiare i rapporti di forza della sanità regionale, con Terni che rischia di essere l'anello debole della catena. Il futuro del Santa Maria torna sotto la lente. «Sarebbe autolesionismo da parte della politica non tenere in considerazioni gli indici sanitari dei reparti di alta specialità di Terni che sono tra i più alti d'Italia», è la premessa di Marco Coccetta, segretario umbro della Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità. L'azienda ospedaliera unica regionale a trazione Perugia sembra ormai sfumata, e la conferma arriva in parte anche dal via libera al nuovo Piano di fabbisogno sanitario approvato dalla Regione, che prevede anche l'istituzione per la prima volta di ottanta posti letto convenzionati in provincia di Terni che dovrebbero servire per dare corpo al progetto Stadio-Clinica.
«Rispetto alla qualità assistenziale di Terni nessuno si prenderebbe la responsabilità di fare scelte che vanno a depotenziare la sanità regionale in generale», ribadisce il segretario Coccetta per far passare il messaggio che una battaglia per ora sembra essere vinta, quella di mantenere in Umbria due aziende autonome con le loro rispettive alte specialità di riferimento, ma il futuro della sanità a Terni va monitorato. E in particolare l'attenzione deve concentrarsi sulla Convenzione tra Università e Regione che ridisegnerà la geografia della sanità in Umbria, in particolare per quello che riguarda la guida dei reparti. «I criteri per assegnare i primariati - è il monito del segretario Coccetta - non possono essere solo quello dei titoli accademici».
Il nodo va oltre il taglio o meno dei reparti, che al Santa Maria dovrebbe interessare una sola casella (maxillo-facciale e cardio-chirurgia i nomi in ballo), a conferma che l'azienda ospedaliera di Terni non rischia di perdere la sua autonomia. Piuttosto gli occhi sono puntati sulla guida sanitaria dei reparti all'indomani dell'approvazione della Convenzione tra Regione e Università che sembra sempre sul punto di vedere la luce salvo poi tornare nell'ombra. Uno scenario che è già stato posto al centro del dibattito con la presa di posizione di Claudio Fiorelli. «Lo snodo di tutta questa partita che nella delibera non si comprende - ha già spiegato al Messaggero il cardioanestesista Claudio Fiorelli, consigliere del M5S - è capire il ruolo e il peso della convenzione tra Regione e Università per la gestione della sanità in Umbria».

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