Terni, rebus indennità
il nodo pensione agita Melasecche

Enrico Melasecche
di Sergio Capotosti
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 16:31 - Ultimo aggiornamento: 16:33
Enrico Melasecche poteva percepire l'indennità di assessore comunale? Secondo quanto trapela da Palazzo Spada «sì». «Gli uffici in passato hanno fatto le verifiche del caso e non sono risultate incompatibilità», spiegano dal Comune. Non la pensa così la Corte dei Conti dell'Umbria che, in seguito ad un esposto, ha chiesto dei chiarimenti per valutare l'esistenza o meno di un presunto danno erariale, causato dal versamento a Melasecche dell'indennità mensile di assessore comunale (3.279,91 euro al mese lordi) da luglio del 2018 al 21 novembre scorso, data del suo ingresso nella Giunta regionale. «È in corso un scambio di valutazioni sull'argomento, ma riteniamo di aver rispettato le norme, come c'è stato ribadito dai nostri uffici», proseguono da Palazzo Spada. Ancora no comment dall'assessore Melasecche. Tuttavia, dal suo entourage emerge che «per gli incarichi delle Giunte territoriali non risultano incompatibilità tra la pensione e l'indennità, come prevede la legge del 2012».
Una tempesta in un bicchier d'acqua dunque? Non sembra proprio, a giudicare dal nervosismo che si respirava tra alcuni fedelissimi del sindaco. Il nodo è rappresentato dalla legge Madia. In particolare, per quello che riguarda gli incarichi pubblici che vengono assegnati a soggetti che già percepiscono una pensione, come nel caso dell'assessore Melasecche, ex direttore della Banca d'Italia nella sede di Terni. Secondo alcune spiegazioni raccolte dal Messaggero, la Madia non lascia scampo: «un pensionato non può percepire alcuna indennità e deve svolgere l'incarico gratuitamente». Gli esempi che vengono citati sono quelli di Montalbano Caracci e Palo Ricci, in passato alla guida di Terni Reti, il primo, e Asm il secondo, gratuitamente. «Per Melasecche è diverso perché la norma del 2012 esclude le giunte da questo vincolo», spiega una fonte vicina all'assessore. Ma il nocciolo della questione sta proprio qui. «La Madia, nel 2014, ha incluso anche i Comuni, superando così le eccezioni della norma del 2012». Questo il ragionamento che veniva fatto notare ieri per giustificare il nervosismo che si registrava tra alcuni dirigenti di Palazzo Spada, che potrebbero essere chiamati a spiegare l'errore commesso. E il dubio deve essere arrivato anche a Melasecche, considerando che ieri ha chiesto un parere al segretario generale del Consiglio regionale. Perché, se l'interpretazione giusta dovesse essere quella restrittiva, allora, anche la carica di assessore regionale dovrebbe essere svolta gratuitamente. Un bel rebus da chiarire.
 
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