Si infiltra nelle chat per trovare chi ha fatto girare una sua foto sexy: 20enne inguaia la Perugia bene

Decine di immagini circolavano da anni sui canali Telegram: due giovani a processo

Si infiltra nelle chat per trovare chi ha fatto girare una sua foto sexy: 20enne inguaia la Perugia bene
di Egle Priolo
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Venerdì 23 Giugno 2023, 00:37

Si è infiltrata in chat per smascherare chi ha fatto girare una sua foto sexy. Una foto osé spedita quando era poco più che una ragazzina. Inviata al fidanzatino di allora e poi magari dimenticata. Ma che ritorna sul suo cellulare dopo anni, insieme alla vergogna, alla frustrazione e all’impotenza davanti al proprio corpo nudo che gira sulle chat di amici e sconosciuti. Con amministratori dei gruppi di guardoni che tu conosci di vista e ora pensi a quante risate si sono fatti mentre magari stavate a fare la fila nello stesso locale. Tu finisci a fare terapia, loro però ora sono sotto processo, per accuse gravi come revenge porn e addirittura pedopornografia: questo la procura di Perugia contesta a due ragazzi di 21 e 22 anni, che si è scoperto gestissero due canali Telegram (ora chiusi) in cui per anni hanno fatto girare - anche con l’aiuto di una terza ragazza - foto hard di amiche, ex fidanzate o conoscenti. 

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Immagini «sessualmente esplicite», spiega il pubblico ministero Mara Pucci, racimolate negli anni chissà come e che hanno fatto il giro dei telefonini di centinaia di iscritti a canali come “Perugia scambio foto chat” e “Perugia nuda”. È questo lo spaccato inquietante di una città che sotto la patina nasconde giri perversi e pericolosi, di quelli che non ti aspetteresti mai.

Perché i protagonisti di questa storia di provincia sono tutti rappresentanti della cosiddetta “Perugia bene”. Le famiglie giuste, le scuole giuste, i giri giusti. E poi una domenica di novembre ti investe l’abominio: un’amica che chiama e spiega di aver visto le tue foto di nudo sul cellulare. Perché così Marta (nome di fantasia), oggi 22enne, nel novembre del 2020 ha scoperto che quelle immagini intime inviate al fidanzato dei suoi quindici anni sono finite nel mare della Rete. Ma ad affogare è stata lei. Tra lacrime e dolore, però Marta ha provato a reagire, grazie all’aiuto dell’amica che ha scoperto tutto. L’amica, infatti, era stata informata che sue foto fossero state pubblicate su quel canale e una volta dentro ha invece notato come le immagini hot ritraessero Marta. Da lì, è partita un’indagine da vere detective: due amici maschi riescono ad entrare nel gruppo «in incognito» e scoprono come quelle foto di Marta girassero dall’anno successivo alla fine della sua storia. Anche Marta si è dovuta fingere uomo per accertare che quella foto fosse veramente sua. 

LE FOTO

Foto «divulgate ovunque, con grave disagio per lei – spiega l’avvocato Francesco Gatti che la assiste -, che per la vergogna ha dovuto cambiare scuola e per un certo periodo è stata costretta addirittura a interrompere gli studi ed è stata sottoposta a un ciclo di terapie psicologiche e psicoanalitiche» con un professionista di Roma. Ma l’amica di Marta non si è fermata. È andata dalla polizia postale, ha spiegato il problema e lì gli esperti hanno studiato un piano: «Crea una chat privata con l’admin del gruppo e portalo su WhatsApp». Detto, fatto. L’amica lo fa abboccare, lui le spiega dell’esistenza di un secondo gruppo (Perugia nuda), amministrato da un altro ragazzo con «una grande disponibilità di fotografie». Le due giovani investigatrici riescono ad avere un incontro con l’amministratore di “Perugia scambio foto chat”, lo hanno anche riconosciuto come una persona vista spesso in città, e vanno con due amici nella sua casa sulle colline appena fuori il centro della città. E lui, tra le lacrime, ha ammesso subito le sue colpe: «Si è disperato, ci ha chiesto scusa mettendosi addirittura in ginocchio e dicendoci che sua madre stava per morire», hanno raccontato poi. 

LA REGISTRAZIONE

Non contente, hanno pure registrato la conversazione e la confessione, ma soprattutto preso il telefono del ragazzo e, tra le foto eliminate di recente e quelle nascoste, hanno trovato quello che è stato definito «tantissimo materiale presumibilmente pedopornografico di molte ragazze di giovane età, ma anche di ragazzi». Insomma, con tutto quel materiale, Marta e la sua brillante amica tornano dalla Postale e parte la denuncia contro entrambi gli amministratori dei due canali. Che all’epoca non avevano nemmeno vent’anni. E ieri, nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Angela Avila, gli avvocati dei due imputati hanno chiesto un rinvio per ottenere la messa alla prova, previa riqualificazione del fatto e risarcimento del danno, a cui non si è opposta la parte civile. «Non ci interessa la condanna, ma un percorso di pentimento», ha spiegato il legale di Marta. Che adesso vorrebbe solo ripartire con la sua vita, lontana dalla vergogna. Senza sentirsi addosso gli occhi degli sconosciuti per quello che a 15 anni aveva reputato un gesto d’amore ed è diventato il suo incubo.

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